Sabir per Lipa | Sostenere i profughi in Bosnia, evacuarli subito

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COORDINA:
Giovanna Casadio- giornalista, La Repubblica
iNTRODUZIONE:
Giuseppe Massafra - CGIL
Filippo Miraglia - ARCI
INTERVENGONO:
Mujeeb Ur Rehman Larosh - Architetto pakistano
Piefrancesco Majorino - Europarlamentare
Elly Schlein - Vicepresidente emilia Romagna
Anna Brambilla - ASGI
Nello Scavo - giornalista, Avvenire
Valerio Cataldi, giornalista RaiNews, presidente Carta di Roma
Silvia Maraone - coordinatrice IPSIA/ACLI Bosnia Herzegovina
Daniele Bombardi - operatore Caritas Italiana in Bosnia Herzegovina
CONCLUSIONI:
Oliviero Forti - Caritas Italiana
Antonio Russo - ACLI
IL NOSTRO APPELLO
Le politiche europee su immigrazione e asilo rappresentano sempre più una resa all’ideologia dei Paesi sovranisti. Il nuovo patto su immigrazione e asilo proposto dalla Commissione Europea indica la strada proposta in questi anni dalle destre xenofobe: chiusure, respingimenti, rimpatri, detenzione e quote solo simboliche, irrisorie, per i canali d’accesso legale sia per lavoro che per richiesta di protezione.
L’Europa sembra aver scelto definitivamente, non riuscendo a con- vergere su regole minime per l’accesso ai diritti, che l’unica con- divisione possibile, l’unico terreno unitario praticabile, sia quello della negazione dei diritti.
Ciò che sta accadendo nella cosiddetta “rotta balcanica”, nel con- fi ne orientale dell’Unione Europea, è la logica conseguenza di questa deriva politica e culturale, e della rinuncia ai principi universali sui quali si fonda il progetto europeo.
Non vogliamo e non possiamo rimanere inermi di fronte alla gravità di quanto avviene davanti ai nostri occhi:
• I respingimenti alla frontiera tra Italia e Slovenia, dove, in nome di un vecchio e mai usato accordo di riammissione, il Ministero dell’Interno del Governo Italiano ha messo in atto nel corso del 2020, oltre 1300 respingimenti illegali di potenziali richiedenti asilo, eludendo la legislazione italiana, quella dell’UE e le convenzioni internazionali. Una pratica che è stata denunciata e
condannata dal Tribunale di Roma, in quanto grave e illegittima.
• La repressione e la violenza da parte della polizia slovena e croata nei confronti dei migranti che transitano sul loro territorio, rigettando le queste persone al confine bosniaco, senza accogliere le loro domande di asilo;
• Le gravi condizioni umanitarie in cui versano migliaia di migranti e richiedenti asilo nei campi improvvisati della Bosnia. Una situazione che ha fatto del confi ne est dell’Europa un nuovo
inferno, senza alcuna regola e rispetto per l’essere umano, dove la violenza, la persecuzione, l’isolamento forzato, l’abbandono sembrano essere diventate l’unica soluzione possibile.
NOI DICIAMO NO!
Non è accettabile assistere indifferenti a queste sofferenze ed a questi abusi.
Lanciamo un appello all’Unione Europea, alle sue istituzioni, ai governi, alla società civile affi nché ognuno assuma le proprie responsabilità impegnandosi a:
• garantire la libera circolazione dentro lo spazio comunitario, per assistere e denunciare le violazioni dei diritti umani;
• attivare una immediata evacuazione verso l’Unione Europea per le persone attualmente ospitate nei campi in Bosnia Herzegovina, con una equa ripartizione tra stati membri, con priorità a minori, famiglie e persone bisognose di assistenza sanitaria.
• garantire nel frattempo le risorse e le azioni, necessarie, anche attraverso accordi bilaterali, per una immediata assistenza umanitaria a favore di tutti i profughi che vivono in condizioni disumane nella provincia bosniaca di Bihac e per le migliaia di persone vittime di violenza e abbandono lungo tutta la rotta balcanica.