Sacro femminile in Sicilia. Kore, Ade e il miele sacro

Il gruppo di ricerca Trizzi Ri Donna e Arci Tavola Tonda vi invitano al secondo anno del percorso di studio sul SACRO FEMMINILE IN SICILIA con una serata di degustazione e di narrazione da non perdere!
Iniziamo con un aperitivo molto speciale: una interpretazione del pasto delle donne Corinzie al Santuario di Bitalemi, a cura degli Chef dell'Associazione Vicoli e Sapori di Palazzolo Acreide (l'antica Akrai);
alle 20.30 la narrazione 'Kore e Ade, ovvero d’acqua e di fuoco, d’amore e di morte';
a seguire la degustazione di due distillati di miele di nuova - ma antichissima - produzione:
Aphrodision 6.64 e 4.18, della Akraispirits di Palazzolo Acreide.

KORE E ADE,
OVVERO D'ACQUA E DI FUOCO, D'AMORE E DI MORTE
Il teatro greco nasce dalla narrazione di miti, che erano le storie sacre della comunità, e nasce quindi come rituale prima che come performance artistica.
A rappresentarlo era il coro greco, che sembra derivare dai cori delle Ninfe e delle Muse, mettendo insieme il movimento coreutico, la voce (intesa come canto, come percussione vocale, e come parola) e il ritmo dei tamburi a cornice.
Il rito del teatro era un ‘gioco’ – estremamente serio – che coinvolgeva l’intera comunità: al suo interno non esisteva la moderna separazione tra artisti e pubblico, ed è questa modalità di condivisione che vogliamo riproporre.
Esistono delle versioni siceliote del mito di Kore e Demetra, profondamente radicate nel territorio siciliano, tra le sue sorgenti, i suoi crateri, le profondità infere e il cielo isolano. In queste varianti le due Dee intrecciano le loro storie con alcune presenze sacre femminili più antiche, che emergono tra le cavità delle rocce, sorgono sulle cime delle montagne, sprofondano tra le radici delle piante: le NINFE.
La narrazione presenta qualche frammento delle loro
innumerevoli leggende, per raccontare di qualche loro specchio d’acqua in cui si riflette il cielo…
Il gruppo di ricerca TrizziRiDonna presenta un insolito spettacolo di narrazione A DUE VOCI, tra chi sta sul palco e il pubblico: CORIFEA e CORO in dialogo.
Sono richieste alle e ai partecipanti:
UNA MINIMA DOSE DI SFACCIATAGGINE,
L’ATTITUDINE AD UNA PARTECIPAZIONE ATTIVA,
E LA VOGLIA DI METTERSI, APPUNTO, IN GIOCO:
Sarete coinvolti come parte ATTIVA della NARRAZIONE, e condotti - con delicatezza - IN GIOCHI VOCALI E PERCUSSIVI CHE CREERANNO LA ‘COLONNA SONORA’ DEL RACCONTO, che viaggerà tra VOCE (cantata e narrata), CHITARRA, TAMBURI A CORNICE e PERCUSSIONI.

Barbara Crescimanno (narrazione, canto, tamburi a cornice)
Marco Tarantino (chitarra)
Ambra Cannavò (voce, aiuto-coro)
Viviana Di Bella (voce, aiuto-coro)
Livia Giaffreda (voce, aiuto-coro)

PROGRAMMA DELLA SERATA
19.30 Aperitivo con il Pasto delle Corinzie a Bitalemi
20.30 Inizio spettacolo
21.30 Degustazione libera dell'Aphrodision

L'aperitivo è a numero chiuso ed è quindi necessaria la prenotazione con una mail a info@tavolatonda.org.
Il costo per l'aperitivo è di 7 € a persona.
Il costo per lo spettacolo è di 5 € a persona.
Per chi partecipa ad entrambi, il costo di aperitivo+spettacolo è di 10 €.
Ingresso riservato alle socie e ai soci ARCI.

TrizziRiDonna è un gruppo di ricerca che compone la propria musica a partire dalle voci e dalle percussioni, accompagnate dalle corde della chitarra. Nella memoria arcaica della Sicilia esistono rappresentazioni di triadi di figure femminili; centinaia di terracotte raffiguranti sacerdotesse devote a Demetra usavano voce, tympanon e kithara come strumenti sacri.
Così il repertorio dei canti e dei racconti di TrizziRiDonna si concentra sul paesaggio sonoro della Sicilia tradizionale da un punto di vista fortemente al femminile; racconta quadri di un mondo arcaico che ha lasciato le sue tracce profonde sul vivo della nostra pelle e ricrea suggestioni, paesaggi interiori, memorie di questa terra e della sua antica cultura ricca di saggezza e umanità, di sapienza e poesia. Un patrimonio che in breve tempo è caduto nell'oblio, eclissato dalla società industriale.
La varietà delle musiche ricorda le tappe delle culture che hanno toccato l’isola - da quella grecobizantina alla arabo-berbera, dalle comunità ebraiche alle corti normanne o aragonesi - fino a creare un
dialetto musicale mediterraneo, come quel miscuglio di siciliano/spagnolo/arabo che usavano i marinai e che fu chiamato Sabìr.
Canto, musica e racconti si condizionano e completano a vicenda, formando un insieme indissolubile e armonico.