Settimo Cielo / Teatro India

SETTIMO CIELO
di Caryl Churchill
traduzione Riccardo Duranti
regia Giorgina Pi

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con Michele Baronio, Marco Cavalcoli, Sylvia de Fanti, Tania Garribba, Aurora Peres, Xhulio Petushi, Alessandro Riceci, Marco Spiga
scene Giorgina Pi
costumi Gianluca Falaschi
musica, ambiente sonoro Collettivo ANGELO MAI
luci Andrea Gallo

orari spettacolo
ore 21.00
domenica ore 18.00
durata 2 ore

uno progetto di BLUEMOTION
produzione Teatro di Roma - Teatro Nazionale, 369gradi, in collaborazione con Angelo Mai

Un esempio di teatro felicemente “resistente”, con alle spalle un Premio Ubu, la realtà romana dell’Angelo Mai ritorna in scena, reduce dal grande successo di critica e pubblico della scorsa stagione, con Settimo cielo (candidato a due premi Ubu per Miglior testo straniero e Miglior ambiente sonoro e musicale). Settimo Cielo è capolavoro del 1979 della più importante penna inglese vivente, Caryl Churchill messo in scena con la regia di Giorgina Pi, un progetto di Bluemotion. Un viaggio tra le politiche del sesso vissuto da un gruppo familiare, prima catapultato nell’Africa coloniale di fine Ottocento, poi nella Londra swinging della rivoluzione sessuale in piena ribellione punk anni Settanta (una traversata temporale di solo 25 anni). Mai rappresentata prima in Italia, la commedia conserva il sapore di certe ambientazioni di Derek Jarman; l’impeto del movimento delle donne e degli omosessuali di quegli anni in Inghilterra, con Margaret Tatcher che proprio nel 1979 diventa Primo Ministro; il fervore della ricerca di nuove forme in sostituzione dell’immagine stereotipa della coppia e della famiglia, per rappresentarne le istanze più aggiornate. Infatti, i personaggi vivono un tentativo di ridefinizione delle proprie identità, provano a superare i ruoli che gli sono stati assegnati, in un continuo parallelo tra oppressione coloniale e sessuale. Immerso in una dimensione queer e punk, Settimo Cielo deborda tra continenti e secoli: «essere quello che si vuole essere, non quello che si può. È il divenire postumano che modifica luoghi e relazioni», riflette la regista Giorgina Pi.