Contro le politiche discriminatorie, dell’esclusione sociale, dell’accanimento verso i più deboli portate avanti dal governo Lega-5stelle

La manifestazione a Lecce

Hanno costruito un clima diffuso di ostilità e psicosi, il cui unico scopo è frammentare la comunità lasciandoci soli e vulnerabili.

Definire l’immigrazione il ‘problema’, causa della forte crisi che viviamo, è una subdola maniera per aggirare quelle che sono le vere matrici di un declino progressivo: la repressione della cooperazione di tutta la società, in favore di politiche di austerità che hanno avuto effetti disastrosi; con l’eliminazione di ogni diritto che sia di tutela lavorativa o di garanzia di un’istruzione pubblica e accessibile.

È stato disumano lasciare una nave con donne, uomini e bambini al proprio destino, in balia delle onde aspettando che qualcun altro si faccia carico di quella che rappresenta una responsabilità e un dovere umano, sociale e civile.

Ricostruiamo il tessuto sociale che da ormai troppi anni viene logorato da politiche razziste e xenofobe.

Il 28 giugno uniamoci e lottiamo per delle politiche che mettano in primo piano la cultura, l’inclusione sociale, la lotta alla mafia, la difesa dei diritti civili, l’istruzione, il lavoro e la tutela lavorativa, la difesa dell’ambiente e la sanità pubblica.

Un momento di incontro con movimenti, associazioni, partiti, con tutte le persone che credono sia importante organizzare una seria opposizione alle politiche scellerate di questo governo.

La manifestazione partirà alle ore 20,30 da Porta Napoli per confluire, dopo il percorso definito, in Piazza Falconieri, dove sarà aperta una discussione tematica.

Per aderire: lecce@arci.it

 

34.361 morti di frontiera negli ultimi 25 anni: la presidente nazionale dell’Arci scrive ai protagonisti del Consiglio d’Europa che inizia oggi a Bruxelles

Comincia oggi a Bruxelles un importante Consiglio europeo, dove al centro della discussione ci saranno le politiche che la Ue e i singoli stati membri  adotteranno verso i migranti.

Già molti commentatori, e alcuni capi di governo, lo annunciano come un vertice in cui non si arriverà a decisioni condivise sulle questioni più delicate, a cominciare dalla revisione del Regolamento Dublino. Ancora una volta a prevalere saranno, molto probabilmente, gli interessi politici ed elettorali nazionali, legati al consenso che le  scelte da fare possono incontrare o meno ell’opinione pubblica del proprio Paese.

Ancora una volta, i protagonisti del dibattito non saranno dunque i migranti e i loro diritti, a cominciare da quello alla vita, ma le convenienze dei  singoli governi.

Con una lettera firmata dalla Presidente nazionale Francesca Chiavacci, l’Arci richiama tutti i protagonisti del vertice alle loro responsabilità, inviando, con la lettera, il lunghissimo elenco dei morti di frontiera negli ultimi 25 anni. Ben 34.361 persone, donne, uomini, bambini, hanno perso la vita nel tentativo di entrare nella ‘Fortezza Europa’. La maggior parte sono rimasti senza nome e senza sepoltura, inghiottiti da quel Mediterraneo un tempo ponte tra popoli diversi e oggi cimitero a cielo aperto.

«Fermare questa strage è possibile», scrive Chiavacci, «prevedendo canali di ingresso legali e sicuri, sia per ricerca lavoro sia per richiesta di protezione. Se l’Europa rinuncerà ai suoi principi fondanti la democrazia e i diritti di tutte e tutti saranno a rischio».

Su arci.it il testo della lettera.