Dl Covid, Chiavacci (Arci): “cancellata una discriminazione incomprensibile con il via libera definitivo alla somministrazione anche nei circoli ricreativi e culturali”

Dichiarazione di Francesca Chiavacci - Presidente nazionale

ROMA, 11 MARZO 2021 – “È stata finalmente cancellata, dopo mesi di battaglie e di mobilitazione dei nostri circoli in tutta Italia, una incomprensibile e ingiusta discriminazione che ha fortemente penalizzato il mondo dell’associazionismo di promozione culturale e sociale, uno dei settori più colpiti, e dimenticati, dalla crisi legata alla pandemia”.

Così Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci, sul via libera definitivo della Camera all’emendamento al decreto legge Covid per consentire la somministrazione di alimenti e bevande anche nei circoli ricreativi e culturali, con le norme applicate per le medesime attività agli esercizi privati.

“Il voto della Camera – prosegue Chiavacci – consentirà infatti ai circoli nelle zone bianche e gialle – ad oggi Sardegna, Lazio, Liguria, Calabria, Puglia, Sicilia e Valle d’Aosta – di poter riprendere alcune attività fondamentali.

Si tratta di un primo passo atteso e importante ma, torniamo a ribadire, non risolutivo per superare una crisi senza precedenti per i circoli, con le sedi chiuse da mesi, le attività sospese, gli affitti e le utenze da pagare e ancora in attesa dei fondi previsti dal decreto Ristori bis, a cui si è aggiunta la fine della possibilità dell’accesso al credito del Fondo di garanzia.

Ci attendono ancora mesi difficili, con la possibilità di nuove strette delle misure anti Covid, già a partire dai prossimi giorni, per frenare la diffusione del virus sospinta dalle varianti.  Un momento nel quale diventa ancora più importante ‘aiutare chi aiuta’.
Per questo – conclude Chiavacci – anche dopo questo importante risultato, torniamo a chiedere al Governo e al Parlamento misure adeguate per non lasciar morire migliaia di realtà associative in tutta Italia. Il prezzo da pagare per il paese, sociale ed economico, sarebbe davvero troppo alto”.