Droghe, Chiavacci: la proposta di legge di Salvini è solo propaganda elettorale

Ancora una volta prevale la spregiudicatezza politica e la ricerca di temi comodi alla propaganda

“In assenza di navi da fermare e di slogan da gridare, il ministro Matteo Salvini avvia una nuova battaglia: quella sulla droga. Il nuovo disegno di legge sul tema inasprisce le pene ed elimina il concetto di modica quantità. Con l’eliminazione della modica quantità è chiaro a cosa porterà esattamente: l’equiparazione tra possessore e spacciatore, qualunque sia la dose che detiene, creerà un abominio civile e giuridico”.

Lo afferma la presidente nazionale dell’Arci, Francesca Chiavacci, in merito alla proposta di legge presentata dal Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, insieme al capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari. La proposta prevede l’inasprimento delle pene per lo spaccio che arriverebbero fino a sei anni di galera e 30mila euro di multa, contro i quattro anni e i 10mila euro massimi di oggi.

“La proposta – continua – non si preoccupa neanche di un sicuro aggravarsi del già drammatico sovraffollamento delle carceri. Il cinismo politico – sottolinea – della propaganda permanente vuole aprire una nuova stagione di proibizionismo. L’obiettivo dichiarato è colpire i grandi spacciatori e azzoppare il narcotraffico gestito dalla criminalità organizzata, ma a giudicare dal discorso sulla modica quantità, le vittime saranno i più facili da scovare ma spesso non sono altro che ragazzini in possesso al massimo di qualche grammo di marijuana”.

In passato anche la Direzione Nazionale Antimafia ha più volte dichiarato inutile l’approccio proibizionista sulle droghe.

“Ci si domanda – rimarca – come possa essere conciliabile la proposta del Ministro della Lega con la recente proposta dell’alleato di Governo che prevede una direzione opposta, cioè la legalizzazione della cannabis. Ancora una volta – conclude – prevale la spregiudicatezza politica e la ricerca di temi comodi alla propaganda, senza preoccuparsi delle conseguenze di certe crociate mediatiche”.