Droghe, torna la repressione mentre i servizi e la ricerca sono all’angolo

È stato presentato il nono Libro Bianco sulle droghe promosso da La Società della Ragione insieme a Forum Droghe, Antigone, CGIL, CNCA e Associazione Luca Coscioni e con l’adesione di A Buon Diritto, Arci, Comunità di San Benedetto al Porto, Funzione Pubblica CGIL, Gruppo Abele, ITARDD, LegaCoopSociali, LILA.

La legge sulle droghe, a 28 anni dalla sua approvazione, continua a essere il principale veicolo di riempimento delle carceri. Il 30% degli ingressi in carcere si deve allo spaccio, quasi il 35% sono detenuti per il TU sulle droghe, mentre i consorzi criminali rimangono fuori dai radar della repressione penale. Con l’aumento dei detenuti per droga ricomincia ad aumentare la popolazione detenuta, che oramai sfiora le 60.000 unità. Di questi oltre il 25% è dichiarato tossicodipendente. Preoccupano molto le intenzioni governative di contro-riforma relativa alle misure alternative.

Ma il dato più eclatante del ritorno alla repressione è l’aumento delle segnalazioni ai prefetti per consumo di sostanze. In due anni addirittura quadruplicano i minori segnalati. Aumentano le sanzioni amministrative, mentre è irrilevante il numero dei programmi terapeutici avviati a seguito di segnalazione.

Il ritorno della repressione colpisce quindi in primis piccoli spacciatori e persone che usano sostanze, in particolare cannabis. Nel 2017 l’80% delle segnalazioni sono per cannabis. Di contro, si conferma la limitata rilevanza dell’uso di sostanze proibite rispetto all’incidentalità.

Non funziona più l’offerta terapeutica basata su vecchi modelli di consumo delle sostanze. Nuovi stili di uso a differenti livelli di rischio e di danno necessitano una nuova articolazione dei servizi.

Il sistema italiano è statico, impoverito in termini di risorse umane ed economiche e incapace di rilevare i cambiamenti delle modalità di consumo. La riduzione del danno appare relegata ai margini, con un’offerta limitata e diseguale sul territorio. Il suo inserimento nei Lea può essere però la svolta.

La ricerca sulle droghe invece è ‘farmacocentrica’ e manca un approccio psicosociale che affronti contesti e ragioni del consumo. In tre anni il dpa ha finanziato per 1,5mln di euro ricerche in campo farmacologico e neurobiologico ma nessuna ricerca psicosociale sui modelli di consumo.

È necessaria una svolta nella politica della ricerca, anche promuovendo finalmente la valutazione delle politiche sulle droghe circa il rispetto dei diritti umani.

All’interno del rapporto ci sono anche una panoramica sulle novità legislative in tema di regolamentazione dell’uso ricreativo della cannabis nel mondo e della compatibilità di queste con le convenzioni internazionali, una FAQ sulle legalizzazioni, nonché una serie di letture consigliate e le proposte di legge per la riforma del Testo Unico e per la legalizzazione della cannabis.

Il Libro Bianco è on line su www.fuoriluogo.it/librobianco