Facciamo l’Europa grande per tutti e tutte

I vincitori e i perdenti della promessa europea

Associazioni ungheresi, polacche, rumene, italiane, croate, francesi e di tutti i paesi europei. Tutte impegnate a fermare i mostri che crescono in Europa: razzismi, fascismi, oscurantismi. Unite nel denunciare la chiusura dello spazio pubblico nelle nostre post-democrazie. Chiedono un cambio radicale delle politiche europee, per chiudere con il neoliberismo e la diseguaglianza che alimentano le culture reazionarie. L’appello del Forum Civico Europeo è alla politica, verso le elezioni del 2019, ma soprattutto a noi stessi: per rafforzare la solidarietà fra gli attori sociali in Europa, perché la lotta di ciascuno, in ogni paese, difende tutti. Un anno di iniziativa comune, anche per l’Arci.

Per firmare l’appello: megacampaign.eu

Per info, per dare e ricevere solidarietà: civicspacewatch.eu

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Fuori dalle ceneri della guerra, sessanta anni fa, l’Europa crebbe come una promessa di pace, libertà, benessere e democrazia. Oggi, molti europei beneficiano della libertà di movimento, di voli a basso costo e della fine del roaming telefonico. Molti lavoratori della Unione Europea possono godere di quattro settimane di ferie pagate all’anno. Le nostre città hanno il più basso tasso di inquinamento dell’aria nel mondo. Possiamo vivere, lavorare o ritirare la pensione in qualunque paese della Unione Europea. Sei fra paesi del mondo dove è più alta la partecipazione al voto sono europei.

L’Unione Europea è considerata un motore del progresso economico. E invece, nonostante la crescita economica sul lungo termine, la promessa europea si scontra con le crescenti e intollerabili diseguaglianze fra ricchi e poveri. Un quarto degli europei vive in povertà o nell’esclusione sociale. Il numero delle persone ‘lasciate indietro’ sta crescendo, e i tanti che temono di essere lasciati indietro temono per il loro futuro e hanno perso fiducia nel sistema politico.

 La sfida democratica, quando le persone temono per il loro futuro

Il nostro patrimonio comune, costruito su avanzamenti nel campo dei diritti e democrazia, sulle vittorie contro le dittature e i regimi autoritari, sulle lotte contro il capitalismo, il patriarcato, il razzismo, si sta erodendo come i nostri modelli di stato sociale, insieme alle speranze e alle aspirazioni delle persone per una vita migliore.

Unificare i mercati senza uniformare i diritti e l’eguaglianza è stato un grande errore, ed è alto il prezzo che stiamo pagando per questo. Il crescente consenso e successo elettorale delle agende populiste regressive in tutta Europa mostra più che mai che le attuali politiche non rispondono alle aspettative popolari. Sempre più persone pensano che l’Europa non è una soluzione ai loro problemi. Il nazionalismo, la xenofobia, le politiche identitarie basate sull’esclusione si stanno sostituendo a un futuro condiviso.

 Non c’è alternativa a un cambio di politica. Nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, il presidente Juncker ha salutato i venti positivi nelle vele europee, con le prospettive di un ritorno alla crescita economica e a piani di investimenti. La questione è: chi trarrà beneficio da questi venti?

Il modello attuale ha portato alla frammentazione, alla competizione sociale e inter-generazionale, a tensioni fra paesi debitori e creditori, a paure e tensioni fra nativi e migranti, a competizione fra persone che soffrono la povertà e situazioni precarie.

La scommessa è produrre più democrazia, eguaglianza e solidarietà per tutti e tutte, in modo da rompere il circolo vizioso fra politiche ingiuste e risposte populiste.

 Un’Europa al servizio delle persone e del pianeta. Crediamo che l’Europa sia il nostro comune futuro, ma che un’altra Europa sia necessaria, urgente e possibile; una Europa più democratica dove i diritti economici e sociali vengano prima degli interessi economici.

Pensiamo che l’Europa debba realizzare ambiziose e convergenti politiche economiche e sociali per recuperare il grande squilibrio fra paesi e territori, gruppi sociali e persone, uomini e donne in Europa, nelle regioni vicine e nell’intero pianeta.

Vogliamo un modello sociale europeo davvero inclusivo che garantisca il benessere e una economia oltre il PIL, un modello al servizio delle persone e dell’ambiente. La Unione Europea, gli stati nazioni, le autorità locali e le comunità devono essere parti attive di queste soluzioni più giuste, più inclusive, più sostenibili. Per rispondere alla dura realtà, servono politiche adeguate e all’altezza!

 Una democrazia che dia voce a tutti e tutte. Non accettiamo che rimangono ai margini del dibattito politico, nella maggior parte dei casi all’opposizione e nella resistenza, le voci di coloro che ancora credono che l’Europa sia lo spazio per riconquistare i diritti sociali, economici, politici, democratici, culturali e ambientali.

È venuto il tempo per approfondire la democrazia, oltre al processo elettorale, con la partecipazione dei cittadini per la effettiva realizzazione di questi diritti.

Una società veramente democratica ha bisogno di istituzioni aperte e ricettive, e di una società civile forte e riconosciuta. Il potere popolare e una cittadinanza consapevole sono chiavi per il funzionamento democratico delle nostre società.

 Una risorsa di solidarietà per unire il popolo europeo. Noi, attori civici che condividono questa visione, ci impegneremo in un dibattito con i leader politici, le istituzioni responsabili di tracciare il futuro dell’Europa e i media, verso le elezioni europee del 2019. E, soprattutto, chiediamo ai cittadini di tutta Europa di reclamare e praticare insieme, alzando le nostre voci e rafforzando le nostre alleanze e il nostro lavoro comune, l’uguaglianza, la solidarietà e l’inclusione, che dovrebbero essere al centro del dibattito sul futuro dell’Europa e delle nostre società.

Invece che mettere gli italiani, gli svedesi, i britannici o i polacchi prima, abbiamo bisogno di un innovativo e coraggioso piano per l’Europa in comune. Una Europa basata sulla democrazia e la libertà, i diritti e l’uguaglianza, la giustizia sociale ed ambientale, la solidarietà e l’inclusione, la pace e la sostenibilità ambientale!

Questa Europa è la nostra Europa!