I palestinesi non vogliono lasciare Gerusalemme est.

Secondo fonti palestinesi, ci sarebbero almeno 20 morti, tra cui 9 bambini, e decine di feriti negli ultimi raid dell’aviazione israeliana a Gaza seguiti al lancio di razzi verso Israele. Si aggiungono agli oltre 700 palestinesi rimasti feriti negli scontri con le forze di sicurezza israeliane a Gerusalemme e in Cisgordania negli ultimi giorni.
Questa la risposta alle proteste e agli scontri a Gerusalemme innescati dagli sfratti dei palestinesi nel quartiere arabo di Sheikh Jarrah. Un’esplosione di violenza mai vista dopo le intifada degli anni ottanta e duemila.
La comunità internazionale, in ritardo, si dice preoccupata. L’Onu ha “esortato Israele a cessare le demolizioni e gli sfratti “mentre Usa e Ue invitano le parti ad evitare un’escalation e fermare gli scontri”.
Non si può però dimenticare che quanto sta accadendo evidenzia ancora una volta il problema della condizione dei palestinesi in assenza di uno stato e con un’occupazione militare dove, secondo l’ultimo rapporto di Human rights watch, “le violazioni dei diritti dei palestinesi nei territori occupati da Israele corrispondono a crimini contro l’umanità di apartheid”.