Intervista a Franco Zunino, neopresidente Arci Savona

Quando e in che modo ti avvicini all’Arci?

Conosco l’Arci praticamente da sempre,  da quando negli anni ’80 ho cominciato ad occuparmi prima di volontariato e poi del movimento per la pace. Come coordinatore provinciale della Lega Obiettori di Coscienza prima e componente del Consiglio nazionale dell’AssoPace dopo, ho avuto occasione più volte di collaborare sia  con l’Arci savonese  che  nazionale. Ricordo ancora molto volentieri una telefonata di Tom Benetollo che mi chiedeva se potevo andare a rappresentare il mondo pacifista italiano in Francia, in una manifestazione. Poi la Palestina è stato il terreno di ulteriori incontri con carissimi amici di Arci Ragazzi: in particolare durante il primo viaggio in quelle terre, fatto nell’ormai lontano dicembre 1987/gennaio 1988, un viaggio organizzato da Matite italiane per la Palestina, incontrai Renzo Maffei e Donatella Salcioli che furono tra i principali animatori della campagna di adozione a distanza Salaam ragazzi dell’olivo.

Renzo mi convinse ad occuparmi, a livello regionale, della campagna di adozione e di entrare a far parte del mondo Arci per dare una mano ad Arci Cultura e Sviluppo  e così feci, diventando il vicepresidente regionale di Arcs. Poi con AssoPace e Arci partecipai a Time for Peace, la grande manifestazione pacifista attorno alle mura della città vecchia a Gerusalemme. Ho continuato in seguito ad essere tesserato Arci, ultimamente nella Società di Mutuo Soccorso di Celle Ligure, della quale, recentemente, ho assunto la responsabilità di presidente.

 

Quali esigenze sono emerse dai soci durante il congresso?

Le tematiche principali emerse nel congresso sono state quelle legate ai migranti; si è sottolineato la necessità di rafforzare l’accoglienza nei loro confronti, nonchè le forme di inserimento nel nostro tessuto sociale. Parallelamente è emersa  la necessità di dare risposte ai sempre più numerosi cittadini italiani in difficoltà, anche per smontare la strumentalizzazione crescente di coloro che cercano di contrapporre i migranti agli italiani indigenti.

 

Quali sono gli obiettivi prioritari di cui si occuperà il comitato?

Naturalmente ne discuteremo assieme nelle prossime riunioni di Consiglio.  Penso che un obiettivo prioritario sia quello di rafforzare ulteriormente la scelta di massima apertura al tessuto sociale democratico e alle sue articolazioni, che l’Arci da sempre porta avanti.

Il pericolo che il grumo fascista e razzista precipiti in una situazione tragica è davvero troppo serio per non renderci conto della necessità di riunire tutte le forze che si oppongono a questa pericolosissima deriva antidemocratica.

L’Arci possiede le risorse umane e fortunatamente una rete diffusa sul territorio per continuare ad essere un presidio democratico imprescindibile.

«Da soli non ci si salva», diceva don Andrea Gallo e aveva ragione ed è per questo che noi metteremo a disposizione, come abbiamo sempre fatto,  anche a livello locale, la nostra organizzazione, per impedire un ulteriore imbarbarimento della nostra società.