‘L’angelo del crimine’, la storia vera del giovane assassino / Il film della settimana

Prodotto da Pedro Almodovar, caso cinematografico in Argentina

L’Angelo del crimine, film diretto da Luis Ortega, prodotto da Pedro Almodovar, ripercorre la storia di Carlos Robledo Puch, un 17enne che nella Buenos Aires dei primi anni ’70 si macchiò di 11 omicidi prima di essere arrestato.

Privo di ogni reazione emotiva, l’adolescente portava avanti una doppia vita: quella di un ragazzo figlio di una famiglia amorevole e accudente e quella di freddo criminale senza sensi di colpa. Il film si sviluppa tutto su questo contrasto, a cui si aggiunge un tensione erotica con Ramon, il compagno di classe di Carlos, lo stesso che gli consente il salto di qualità nella scala del crimine, dai furti nelle case alla mano armata più cruenta. 

Osannato da buona parte della critica (ha vinto il premio Un Certain Regard a Cannes 2018) e premiato al box office in Argentina, L’angelo del crimine è un film che funziona, ottima la musica e il protagonista (l’esordiente Lorenzo Ferro) perfetto nel ruolo, unica nota che si indugia sull’estetismo del personaggio.

Carlos fu un caso nell’Argentina di quegli anni, confuse l’opinione pubblica per il suo aspetto e la sua estrazione sociale ed attualmente rappresenta il prigioniero più longevo nella storia del Paese sud americano con i suoi 46 anni di detenzione.