L’Arci è vicina alla comunità senegalese, alla famiglia e agli amici di Idy Dien

idy_diene.jpgLunedì scorso a Firenze un uomo ha preso la pistola. Voleva suicidarsi ma non se l’è sentita, perciò è uscito per strada e ha rivolto l’arma verso i passanti, sparando al primo nero che gli è capitato a tiro.

La vittima si chiamava Idy Diene, senegalese di 53 anni, con regolare permesso di soggiorno. Idyy era parente di Samb Modou, uno dei due senegalesi ammazzati nel 2011 sempre a Firenze da Gianluca Casseri, simpatizzante di estrema destra, e aveva sposato la vedova di Samb, Rokhaya Mbengue.

Secondo molte testimonianze l’assassino non ha sparato a caso, puntando alla prima persona incontrata. Anzi, ne ha evitate parecchie, facendo fuoco su una  persona di pelle nera.  Un caso? Forse no e dopo le prime dichiarazioni che parlavano dell’atto di un balordo, ora la matrice razziale dell’omicidio prende più consistenza.  La comunità senegalese, di fronte a questo assassinio brutale, ha convocato subito un presidio sul luogo dell’omicidio, a cui hanno aderito anche Arci, Anpi e Cgil.

L’Arci nazionale ha inviato la sua solidarietà alla famiglia di Idy, ai suoi amici, alla comunità senegalese di cui faceva parte. Una comunità che a Firenze ha sempre rappresentato un punto di riferimento per chi si impegna sui temi dell’accoglienza e dell’integrazione. Ci auguriamo che simili violenze non si ripetano più, e non solo in una città che ancora ricorda con dolore l’omicidio di Samb Modou e Diop Mor .

Non possiamo permettere che il clima di odio e tensione che si respira in Italia si continui ad alimentare: non ci sono vite che valgano meno di altre.

Nessuno può restare indifferente. Tutte e tutti dobbiamo fare in modo che simili tragedie non si ripetano più. 

 

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