Mantova Jazz, 38 anni di successi firmati Arci

Intervista a Mirco Dei Cas, presidente Arci Mantova e responsabile artistico del Festival

Mantova Jazz, uno dei più longevi festival italiani, è una creatura Arci. Apre il 12 ottobre 2019 la sua 38a edizione, programma molto ricco che anche quest’anno stupirà il pubblico. Mirco Dei Cas, responsabile artistico del Festival di Mantova, ce ne parla.

38 anni di Mantova Jazz, anni in cui avete portato in Italia il grande jazz internazionale in una delle zone più belle d’Italia: qual è il bilancio arrivati a questo importante traguardo?
Da sempre la filosofia del Festival è quella di donare alla città di Mantova un palinsesto internazionale, fatto di grandi artisti della musica ‘colta’. Diciamo che il nostro impegno ha portato grandi risultati, legati soprattutto alla risposta in termini di presenze del pubblico. Negli ultimi 5 anni, periodo in cui sono responsabile del festival, segnaliamo numerosi sold out e una presenza sempre maggiore di pubblico fuori provincia. Un segnale che non può che rendere orgogliosa Arci del lavoro che stiamo facendo.

Grandi nomi anche per il 2019 tra big e talenti ormai consolidati, come lavorate per la costruzione del programma?
Non posso svelare i nostri segreti, ma quello che tutti sanno, ed è una peculiarità del nostro festival, è il fatto che la direzione artistica, della quale Arci nella mia persona è responsabile, è composta da più persone e fa della pratica democratica e della condivisione di intenti il suo modo di agire. L’esperienza dei musicisti e docenti che la compongono sono di certo una garanzia nella scelta di grandi artisti, cosi come l’esperienza di altri in termini di organizzazione e gestione di eventi, permettono ogni anno di creare un programma d’eccezione.

Non solo grande musica ma anche location in una città che è un palcoscenico: quanto è importante per il successo del festival Mantova?
Ogni singolo luogo del centro storico di Mantova potrebbe essere la giusta location per accogliere i nostri artisti. Abbiamo in questi anni scelto di svolgere il Festival durante il periodo autunnale e invernale, un po’ per ricordare che a Mantova non c’è solo la nebbia, questi ci impone di trovare luoghi al coperto per i nostri spettacoli. La location per noi irrinunciabile è lo strepitoso Teatro Bibiena al quale da questa edizione abbiamo scelto di accostare Palazzo Te. Non posso negare che luoghi meravigliosi come questi non influenzino la partecipazione del pubblico e anche l’entusiasmo degli artisti.

La collaborazione con il Conservatorio di Mantova è una preziosa sinergia, come nasce e quali sviluppi?
Nasce tutto da un desiderio, quello di intercettare nuovo pubblico e formare i giovani su un genere musicale che in più occasioni è stato dichiarato morto. Da qui la nascita di numerosi progetti condivisi e che in tutto o in parte coinvolgano le nuove generazioni. La sezione YOUNG del Festival ne è un concreto esempio, in quanto nasce dalla direzione artistica di under 35, ex studenti del conservatorio, e vede ogni anno esibirsi decine di giovani artisti.

Nel panorama culturale italiano rappresentate un esempio felice di promozione culturale dell’Arci, quali sviluppi vedi per il futuro?
Come diceva Gaber: «Felicità è partecipazione». Il nostro lavoro è quello di ascoltare i giovani e la comunità, per poi trovare il modo di costruire con loro il futuro. In questo periodo a Mantova abbiamo la grande fortuna di essere riconosciuti come un’associazione capace di promuovere e condividere le passioni dei giovani in ambito culturale. Solo nel 2019 grazie a idee di giovani, e al sostegno dell’Arci, abbiamo organizzato un contest legato alle musiche di De André che ha visto la partecipazione di una dozzina di gruppi (il vincitore del tour nei circoli Arci è un gruppo di Cuneo) e migliaia di partecipanti, abbiamo visto la nascita e realizzazione di due festival Rap (prima esperienza a Mantova) e a breve la partenza di She says, she rules! festival al femminile con spettacoli e workshop. Direi che le premesse sono buone!

Mantova è indiscutibilmente una capitale della Cultura italiana, vedi sinergie possibili con altre manifestazioni ad esempio il festival della letteratura?
Nella direzione di quella contaminazione che tanto piace ai jazzisti.
Le sinergie possono esserci, ma è sempre complesso trovare un equilibrio tra varie esperienze e soprattutto è complicato farlo con quelle consolidate come il Festival letteratura. Credo e spero che in futuro qualcosa in più si potrà fare.

Info: https://www.mantovajazz.it/