Migranti, Arci: “no agli accordi con la Libia. Domani saremo in piazza a Roma”

ROMA, 13 LUGLIO 2021 – La strage nel Mediterraneo continua. Le violenze e le torture in Libia si consumano davanti agli occhi di tutti. Non possiamo più assistere inermi a quanto accade ogni giorno, né si può tollerare che si sostengano con risorse pubbliche gruppi che usano la violenza per arricchirsi sulla pelle di migliaia di innocenti: il Governo cancelli il Memorandum con la Libia e non proceda al rifinanziamento della cosiddetta Guardia costiera libica.

Sono questi i motivi per cui Arci aderisce alla manifestazione organizzata tra gli altri anche dal Tavolo Nazionale Asilo e Immigrazione, di cui Arci fa parte, che si terrà mercoledì 14 luglio a Roma, in Piazza Montecitorio, alle ore 17.

Il velo sull’orrore in Libia, a pochi chilometri dalle nostre coste, è stato strappato da tempo, eppure Governo e Parlamento si apprestano a confermare il sostegno finanziario alle attività delle milizie che gestiscono la cosiddetta guardia costiera libica e i lager in cui vengono rinchiusi i migranti. Le nostre motovedette, la strumentazione e le risorse fornite dall’Italia in seguito al Memoradum firmato con la Libia nel 2017, ad opera dell’allora ministro Minniti, e che adesso aumenteranno con il decreto missioni, hanno consentito alle milizie libiche che si spacciano per guardia costiera, di riportare nei lager più di 60 mila persone.

Per questo le associazioni del Tavolo Asilo e Immigrazione, la coalizione della società civile che promuove e tutela i diritti dei migranti e dei rifugiati, hanno scritto al presidente del consiglio, Mario Draghi, chiedendogli di invertire la rotta e di revocare ogni sostegno alla cosiddetta guardia costiera, per avviare una nuova stagione dei diritti, in Italia e in Europa. Alimentare odio, paure e razzismo, oltre a consolidare la cultura delle destre xenofobe e dei sovranisti, rappresenta davvero un rischio per la tenuta dell’Ue.
È invece urgente fermare le stragi nel Mediterraneo attraverso un programma europeo di ricerca e salvataggio, come più volte chiesto dal Commissario ONU per i rifugiati  che ha denunciato il sostegno alla “guardia costiera libica”, che il governo si appresta a rinnovare, chiedendo di bloccarlo. È sul fronte del salvataggio delle vite umane che ci piacerebbe veder impegnata l’Italia, non su quello del sostegno alle bande che si contendono il controllo della Libia. Si potrebbe cominciare dal consentire alle navi delle Ong bloccate di poter tornare in mare.