Non chiamiamole morti bianche

Le chiamano morti bianche, ma dovrebbero definirle rosse. Rosse come il sangue che viene versato ogni giorno mentre si compie il proprio dovere sul posto di lavoro. Se ne registrano già 500 dall’inizio dell’anno, più quelle in itinere, che riguardano cioè chi perde la vita mentre raggiunge la propria occupazione.

Sono tante. Troppe. Una mattanza quotidiana che spesso non ottiene neanche la giusta attenzione mediatica per tenere alta l’attenzione sul problema. Formazione professionale e adeguate misure di sicurezza nei cantieri sono requisiti fondamentali per la prevenzione. Ma non basta.

Occorre arginare anche il fenomeno del lavoro nero che spesso è l’anticamera di una totale disattenzione alla prevenzione e alla sicurezza. Coinvolgere i datori di lavoro è il primo, importante, passo per garantire norme a tutela di operai e artigiani ma lo step successivo deve coinvolgere direttamente i lavoratori fornendo loro le informazioni utili a rendendoli consapevoli che il diritto al lavoro non può essere sinonimo di morte.