Petizione al Parlamento Europeo contro il supporto materiale dell’UE agli abusi delle autorità libiche sui migranti

Giovedì 11 giugno 2020 GLAN (Global Legal Action Network), ARCI (Associazione Ricreativa e Culturale Italiana) e ASGI (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) hanno presentato una Petizione al Parlamento Europeo in base all’art. 227 del Trattato dell’Unione Europea (TUE), riguardante la cattiva gestione dei fondi UE impiegati nel progetto “Support to Integrated Border and Migration Management in Libya’ (IBM) Programme” finanziato tramite il Fondo Fiduciario per l’Africa (EUTFA).

Questa Petizione è parte di una più ampia serie di iniziative delle tre organizzazioni nel contrastare il supporto materiale dell’UE e la sua complicità nei respingimenti illegali verso la Libia. Questo sforzo è stato supportato da una coalizione di 13 ONG con una Dichiarazione congiunta, rilasciata insieme all’esposto alla Corte dei Conti dell’UE, che richiede all’UE di rivedere e porre rimedio alla sua cooperazione con la Libia e il suo coinvolgimento nel contenimento dei migranti nel paese con la conseguente esposizione degli stessi a eclatanti abusi perpetrati dalle autorità libiche – atti che rendono la Libia un “paese non sicuro” secondo la Convenzione europea dei Diritti umani (CEDU), e che includono potenziali crimini contro i migranti attualmente sotto investigazione della Corte penale internazionale.

Il 27 aprile 2020 ARCI, ASGI e GLAN hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti dell’UE richiedendo la revisione e la riforma del programma EUTFA implementato dal Ministero dell’Interno Italiano, attraverso cui si finanzia la gestione dei flussi migratori in Libia e si supporta la Guardia Costiera libica. Il programma è illegittimo poiché utilizza fondi allo sviluppo dell’UE per il controllo dei confini, azione che non rientra negli obiettivi della cooperazione allo sviluppo; inoltre, i fondi vengono utilizzati senza opportune salvaguardie e meccanismi di condizionalità, in violazione dei requisiti previsti dalla rilevante normativa dell’UE.

Il 18 maggio 2020, l’ECA ha risposto alla comunicazione dichiarando che non avrebbe iniziato una immediata revisione del programma, in parte a causa delle limitate risorse a disposizione. La Corte si è comunque impegnata ad “analizzare attentamente” le informazioni contenute nell’esposto nel corso dell’iter di programmazione annuale, così come nell’ambito del follow-up delle osservazioni presentate nella Relazione Speciale n. 32/2018.

La Petizione alla Commissione per le petizioni del Parlamento europeo (Commissione PETI) ha l’obiettivo di porre i temi sollevati dalle petizioni nell’agenda delle altre Commissioni parlamentari, nonché di mobilitare il Parlamento per risolvere i problemi relativi, nell’ambito della sua autorità di controllo e supervisione sull’utilizzo dei fondi europei. La Commissione PETI, inoltre, supervisiona la cooperazione dell’UE in ambito migratorio nel Mediterraneo, e ha sostenuto che la cooperazione migratoria dell’UE “necessiti di essere regolarmente monitorata e valutata […] e, se necessario, aggiustata o rilanciata per assicurare […] il rispetto dei diritti umani”.

GLAN, ASGI e ARCI, organizzazioni registrate in UE, chiedono alla Commissione PETI di rivedere la cooperazione con la Libia nella gestione migratoria in base al diritto dell’UE, in congiunzione con le rilevanti Commissioni parlamentari e attraverso il coinvolgimento della Commissione europea. Chiedono inoltre di raccomandare l’impiego di opportune misure e azioni per porre rimedio alle violazioni in essere. Nello specifico, richiediamo alla Commissione di:

  1. Iniziare un’inchiesta sull’errata gestione dei fondi per la cooperazione allo sviluppo utilizzati per obiettivi non di cooperazione come il controllo dei confini, e senza alcuna salvaguardia e condizionalità sui diritti umani;
  2. Prendere provvedimenti finalizzati ad assicurare che le irregolarità riguardanti l’uso dei fondi dell’UE nel programma IBM siano effettivamente presi in considerazione dall’ECA nel suo follow-up del Rapporto Speciale del 2018 sull’EUTFA;
  3. Presentare delle raccomandazioni concrete e mobilitarsi per assicurare un rimedio effettivo a queste irregolarità nell’uso del budget UE, facendo anche riferimento alle rilevanti istituzioni UE e ad altre procedure previste dalla normativa UE, inclusa la procedura annuale di approvazione annuale del parlamento sull’uso del budget EU (procedura di discarico);
  4. Coinvolgere altre Commissioni parlamentari con un mandato e un interesse nel tema sollevato dalla presente petizione;
  5. Considerare l’opportunità di riportare la questione a OLAF.

Nel Memorandum of Understanding tra Libia e Malta per “combattere la migrazione irregolare”, Malta richiede un aumento del finanziamento della Commissione UE alle autorità libiche per supportarle nel “mettere in sicurezza il confine meridionale della Libia”. È nostro timore che il supporto finanziario a Malta nella sua cooperazione con la Libia sarà fornito tramite l’EUTFA, così come gli altri programmi esterni di controllo dei confini e gestione delle migrazioni, riproponendo quindi le irregolarità del programma IBM in Libia. E’ quindi urgente e necessario che il Parlamento europeo riaffermi il proprio ruolo ed eserciti il controllo e la supervisione sull’uso dei fondi dell’UE impiegati tramite l’EUTFA.