Spazio Gloria, lanciato a Como il progetto in cui ognuno può acquistare un ‘pezzetto’ di cinema

Como, alla fine del 2005 soffocato dall’apertura contemporanea di due multisala, chiudeva il cinema Gloria. Con esso chiudeva uno degli ultimi cinema storici della città e veniva a compimento il processo di erosione del significato di cinema inteso come un luogo del vissuto, trasformato in puro luogo di consumo. Avveniva per il cinema ciò che avviene in ogni aspetto del vivere umano nelle attuali società cosiddette avanzate.

Il Cinema Gloria oltre che avere una propria programmazione di qualità, aveva ospitato per anni cineforum molto seguiti in città, era stato spesso luogo per iniziative pubbliche di associazioni e sindacati; insomma un cinema storico nel vero senso della parola.

La sua chiusura si inseriva così in un panorama cittadino che negli anni era andato sempre più impoverendosi di spazi e occasioni di incontro e di cultura, che aveva reso Como una sorta di non luogo fatto di una periferia abbandonata a se stessa e un centro completamente piegato al commercio e alla finanza. Agli inizi del 2007 il cinema Gloria riapre e rinasce ad opera del neocostituito circolo Arci Xanadù, un gruppo di ‘visionari’ convinti che si potesse non subire il declino civile e culturale della città ma rilanciare con una esperienza che potesse rappresentarne una  controtendenza. Così il cinema Gloria diventa Spazio Gloria, in un progetto che abbiamo definito Il cinema post cinema, cioè un vero e proprio spazio polifunzionale in cui il cinema di qualità si intreccia con attività di teatro, musica dal vivo, reading e incontri. Un luogo di fruizione di eventi artistici, ma anche laboratorio di progetti ed esperienze artistico-culturali, luogo di incontro e socialità, spazio disponibile anche per associazioni, scuole, comunità di immigrati e istituzioni stesse.

Sono trascorsi dodici anni da allora, dodici anni intensi e ricchi durante i quali il progetto ha preso sempre più corpo, ha rotto le diffidenze e i pregiudizi che lo circondavano conquistandosi la stima di gran parte della città. Xanadù conta oggi circa 2500 soci che sono un’enormità per un luogo come Como, è aperto da settembre a maggio praticamente tutti i giorni, nel solo 2018 abbiamo proiettato 95 film, sia con la normale programmazione che con rassegne come la storica I lunedì del cinema, e ospitato 21 eventi live, abbiamo dato ospitalità a 18 associazioni e 12 scuole per realizzare proprie iniziative. Inoltre, tanto per non farci mancare nulla, da giugno ad agosto trasferiamo l’attività all’aperto con rassegne estive come 35 mm sotto il cielo, Sdrive in, Tra la luna e le stelle, per un totale di 45 proiezioni serali.

Tutto questo fa di Xanadù e dello Spazio Gloria un vero e proprio polmone culturale per Como e il suo territorio, uno spazio, vogliamo ricordarlo,  Arci – Ucca a tutto tondo. Durante questi dodici anni abbiamo fatto fronte a diverse crisi economiche, che talvolta ci hanno portato sull’orlo della chiusura, ne siamo sempre venuti fuori guardando avanti, abbiamo imparato a vivere nel terremoto, ma oggi ci si pone un problema che va al di là delle nostre possibilità. La proprietà ha deciso di vendere lo stabile e questo apre ovviamente un problema gravissimo che potrebbe decretare la fine inesorabile di questa esperienza. Di fronte a questa evenienza ci siamo chiesti: che fare?

Con la premessa che all’oggi abbiamo ancora un contratto d’affitto che ci garantisce fine a maggio 2020, partendo dal presupposto che lo Spazio Gloria sia veramente un luogo importante per i cittadini di Como e non solo, ci siamo chiesti se questi cittadini non vogliano/possano assumersi l’impegno di un grande sforzo collettivo che permetta di salvare questa esperienza.

Per realizzare un progetto che porti a un acquisto collettivo della struttura

Un’idea molto semplice: un progetto di azionariato popolare in cui ognuno possa, con un piccolo versamento, acquistare un ‘pezzetto’ del cinema.

Abbiamo pensato che valga la pena provarci e stiamo preparando un progetto che lanceremo a breve su scala più ampia possibile, e, se la premessa è fondata, l’obiettivo, per quanto alto, si potrà facilmente raggiungere.

E il messaggio che vogliamo lanciare è in positivo: non si tratta solo di un atto di resistenza, non si tratta di salvare ma di preservare, non di sostenere ma di assumersi la responsabilità e immaginiamo il significato di un’azione di questo tipo: una città, i suoi cittadini acquistano collettivamente un cinema per preservare un luogo di cultura della stessa città.

Sarebbe un’azione di grande valore simbolico, unica in Italia. Ma questo interroga anche l’Arci nella sua globalità. Lo Spazio Gloria rappresenta un’esperienza abbastanza unica, preziosa, tanto più se consideriamo le difficoltà del territorio in cui è inserita; è un’esperienza che coinvolge in modo forte lo stesso comitato provinciale perché dà forza all’Arci non solo nei numeri ma soprattutto nel ruolo e nella possibilità di incidere fortemente sul terreno della cultura e della socialità.

Ora la domanda è: esperienze come questa vanno lasciate alla sola cura dei comitati provinciali e dei circoli direttamente interessati o vanno assunte come parte della progettualità complessiva dell’associazione? Noi crediamo di sì, esperienze come questa devono diventare patrimonio di tutta l’associazione. Spesso parliamo di territori deboli, spesso questi territori sono deboli nei numeri, sono deboli perché vivono in contesti difficili, ma proprio per questo riescono a produrre esperienze originali e interessanti che vanno valorizzate.

Sono proprio le aree deboli dell’associazione quelle che richiedono il maggior investimento, se ci ritiriamo da queste, se arretreremo da queste saremo costretti ad arretrare anche là dove siamo più forti, se invece in quei territori riusciremo a costruire esperienze e riusciremo a dare stabilità all’associazione allora avremo un futuro.

Ed è per questo motivo che siamo qui oggi per chiedere all’Arci e all’Ucca in particolare di starci al fianco e sostenerci in questa difficile impresa.

Il cammino sarà lungo e difficile e non sappiamo se riusciremo nell’intento, ma vogliamo provarci, vogliamo provare a non disperdere un patrimonio di esperienze e passioni; in un mondo sempre più atomizzato vogliamo provare a tenere aperta un’altra possibilità e non vogliamo essere soli.