Un saluto dal Mediterraneo

Riceviamo e condividiamo questa lettera di Maso Notarianni, presidente di Arci Milano, a bordo della ResQ People, partita venerdì sera per la missione di salvataggio.

Vedere due donne che si abbracciano in barca può dare il senso a una vita intera, se le guardi attraverso un binocolo, la loro barca è una bagnarola di legno di pochi metri senza più benzina e senza acqua e viveri a bordo, e tu sei nel mezzo del Mediterraneo centrale a bordo di una nave che, per conto della società civile è impegnata a salvare vite in mare. E sai che si abbracciano perché ti hanno visto arrivare.

Vite che cercano salvezza dalla fame, dalla guerra, dalla miseria, dalle persecuzioni e che se non ci fosse stata la nave su cui sei – in questo caso la gloriosa ResQ People – avrebbero trovato la morte per annegamento.

È bellissimo aver contribuito salvare persone. Davvero non si riesce a dire quante sono le emozioni, quanta è la gioia, quanto è fin assurdo sentire dentro di sé quelle cose che ti vengono quando vedi decine e decine di donne, uomini, bambini, ragazzini che sono grazie anche a te vivi.

Ma poi sale la rabbia. Perché pensi che non ci dovresti essere tu, in mezzo al mare, a fare questo mestiere qui invece di essere a casa a fare il dirigente di Arci, il giornalista, lo scenografo, il padre, quello che con tante e tanti porta la sua solidarietà alla Cgil dopo gli attacchi dei fascisti.

Al tuo posto ci dovrebbero essere le guardie costiere (quelle vere, non le cosiddette libiche), le marine militari, insomma gli Stati europei, e in particolare quello italiano.
Perché questo è il Mare Nostrum, il Mediterraneo. Che scelte criminali e scellerate stanno, insieme all’ignavia di troppi che fan finta di non vedere e non sapere, trasformando in un enorme e liquido cimitero.

Per questo vi chiedo, care compagne e cari compagni, di non cessare un momento di lottare per un Paese più civile, per costruire cultura e consapevolezza attraverso quel potentissimo strumento che è l’Arci con le sue migliaia di circoli e di volontari bellissimi, le centinaia di migliaia di iscritti.

Da qui, non riesco a non pensarvi. E non riesco a non essere grato a ciascuno dei nostri dirigenti per quello che fa per contrastare il mostro dell’indifferenza.

Ma non riesco nemmeno a non pregarvi di fare ancora di più, consapevole di chiedere tanto, ma anche del fatto che non possiamo esimerci da questo compito.

Un abbraccio

Maso