21 GIUGNO 2020 – La Festa #senzamusica per richiamare l’attenzione sugli emendamenti presentati dal settore al DL e per ribadire la necessità di una riforma strutturale

È IN PARLAMENTO IL PACCHETTO DI EMENDAMENTI AL DECRETO RILANCIO PER LA SALVAGUARDIA DEL SETTORE CULTURALE DELLA MUSICA E DELLO SPETTACOLO. È SUFFICIENTE APPROVARLO.

“Nella Musica lavorano in moltissimi, non solo i musicisti e i cantanti. La Musica crea cultura, educa, emoziona, intrattiene e, se non bastasse, produce economie importanti dando lavoro a centinaia di migliaia di persone che oggi, causa Covid, rischiano di restare a casa. Ci sono degli emendamenti presentati alla camera al DL Rilancio che ci riguardano. Chiediamo che la politica non li ignori, adoperandosi al più presto per dare finalmente dignità a tutti coloro che lavorano per la Musica.”

 

Scarica il comunicato

Questo il messaggio partito il 13 giugno da un coordinamento di artisti e addetti ai lavori che ha coinvolto tutti i lavoratori della musica con le campagne #senzamusica e #iolavoroconlamusica che ha raggiunto il favore dell’opinione pubblica e l’attenzione di tutte le forze politiche, grazie soprattutto al coinvolgimento trasversale rispetto al ruolo e alla notorietà dei partecipanti.

Il messaggio del mondo della musica è chiaro e una prima soluzione è possibile: gli emendamenti per affrontare l’emergenza ci sono, li abbiamo raccolti in un unico pacchetto, contengono proposte concrete, la quasi totalità delle quali non sono state prese in considerazione dal Governo e chiediamo con forza che vengano messe in discussione e approvate dal Parlamento. Parliamo di un settore che non è stato invitato ufficialmente agli Stati Generali dell’Economia, a dimostrazione del fatto che il Governo ancora una volta stenta a riconoscere il valore economico e produttivo di un intero comparto che impiega centinaia di migliaia di lavoratori che meritano la stessa dignità dei lavoratori degli altri settori. Allo stesso tempo parte della cosiddetta musica leggera è esclusa dalle politiche del MIBACT. La mobilitazione è solo l’inizio di un percorso che ha l’obiettivo di determinare il riconoscimento di un settore per le sue specificità produttive e culturali.

Gli emendamenti del Pacchetto #senzamusica riguardano la tutela per tutti i lavoratori intermittenti dello spettacolo, le imprese e i professionisti in partita iva:

  • Estensione ai lavoratori intermittenti del mondo dello spettacolo delle indennità assistenziali previste a causa del lockdown e della NASPI;
  • Riconoscimento di un’indennità a tutti i lavoratori dello spettacolo sino a che non sarà possibile una reale ed effettiva ripartenza del settore;
  • Proroga del termine per il versamento delle imposte e dei contributi previdenziali;
  • Credito d’imposta del 60% del canone di locazione per i luoghi dello spettacolo fino a settembre;
  • Destinazione di ulteriori risorse a fondo perduto, nell’ambito degli aiuti previsti per il settore culturale, appositamente per il mondo extra fus;
  • Estensione dell’Art Bonus alle realtà Extra Fus;
  • Utilizzo delle risorse originariamente destinate alla “Netflix della cultura” per la creazione di un fondo di sostegno per le realtà del mondo della musica dal vivo che possa compensare i minori introiti dovuti alle restrizioni sulle capienze;
  • Inserimento dell’industria discografica ed editoriale musicale all’interno del fondo ex 183, comma 2 del DL rilancio, originariamente destinato prevalentemente alla filiera editoriale;
  • Istituzione di un bonus per i musicisti per l’acquisto di uno strumento Made in Italy;
  • Incremento del fondo destinato al Bonus Cultura;
  • Possibilità di detrarre nella dichiarazione dei redditi una parte delle spese sostenute per l’acquisto di beni ed eventi culturali.

Lo spettacolo dal vivo già da diversi anni ha ripreso ad essere un volano dell’economia e del turismo, determinando le mete estive del pubblico, in funzione dei festival o dei grandi concerti, come veri e propri itinerari turistico-culturali. È inoltre attrattivo per il pubblico estero che sceglie l’Italia come meta per partecipare a festival come l’YpsigRock di Castelbuono (PA) o il Collisioni Festival di Barolo, nei borghi culturali o nelle grandi città nel caso di festival come Club2Club a Torino o Rock in Roma nella capitale.

I primi a chiudere e gli ultimi ad aprire. Parliamo di un tessuto di piccole e medie imprese, spesso anche di associazioni, che non posseggono la marginalità di profitto per sostenere una crisi così lunga. Per questo riteniamo che il MIBACT debba rendere conto del valore socio-culturale di queste aziende per non permettere che realtà radicate nel territorio che generano profitto e posti di lavoro, ma soprattutto aggregazione e ricaduta socio culturale chiudano, come sta già accadendo. Solo un esempio è l’Ohibò di Milano che negli anni ha supportato la crescita di progetti musicali che oggi riempiono i palazzetti e il Circo Massimo di Roma.

Chiediamo che la ripartenza del nostro settore sia adeguatamente sostenuta con gli interventi proposti. Diversamente, la riduzione di pubblico, data dai limiti normativi imposti e da una minore fiducia alla partecipazione, renderà economicamente impossibile la realizzazione degli eventi, o possibile a budget ridotti, gravando ulteriormente sui lavoratori.hiediamo quindi che vengano approvati gli emendamenti del Pacchetto #senzamusica in questo momento depositati alla camera dei deputati. È sufficiente discuterli e approvarli.

La mobilitazione continua – come annunciato- il 21 Giugno, Festa della Musica. La Musica ci sarà eccome, ma come forma di Resistenza e per permettere a tutti i lavoratori che il 21 giugno 2020 torneranno a lavorare di tentare di ricominciare. Per questo l’appello agli organizzatori di tutta Italia della Festa della Musica è di creare alle 22.00 un momento prezioso di riflessione e di silenzio che sia di Festa #senzamusica per unire simbolicamente l’intero paese e far comprendere alle persone e alle istituzioni che dietro ogni disco e a ogni live, in ogni spazio culturale, in ogni Festival o Live Club, nei grandi eventi, negli stadi, nei palazzetti o nelle feste di piazza che animano tutto il Bel Paese, c’è il lavoro di una squadra di persone. Questa squadra è formata da tantissimi lavoratori: musicisti, team di produzione, manager, uffici stampa, promoter, booker, discografici, autori, editori, tecnici altamente specializzati, maestranze, professionisti e altre innumerevoli figure professionali.a mobilitazione continua – come annunciato – il 21 Giugno, Festa della Musica. La Musica ci sarà eccome, ma come forma di Resistenza e per permettere a tutti i lavoratori che il 21 giugno 2020 torneranno a lavorare di tentare di ricominciare.

È arrivato il momento di riconoscere che la Musica è un settore che produce valore sociale, culturale ed economico. Per questo la Musica TUTTA chiede che le Istituzioni prendano atto che il settore ha presentato una serie di emendamenti al DL che non possono essere ignorati e che è quanto mai urgente riprendere i lavori sul Codice dello Spettacolo che consentano una reale e definitiva riforma strutturale del mondo della Musica, e in generale del mondo dello Spettacolo, per ridare dignità ai suoi lavoratori e valore alle imprese, associazioni, luoghi e a tutte le realtà che questo lavoro lo creano.