340 rifugiati accompagnati verso l’autonomia: due giorni di incontri per presentare il progetto “Fra Noi”

Mercoledì 11 e giovedì 12 maggio 2022 Matera (PZ) - Via Cappuccini, 15

Sono 120 le persone migranti che hanno trovato un lavoro, altre 160 hanno una casa. In 170 hanno concluso un percorso formativo, e in totale oltre 340 sono i rifugiati e titolari di protezione internazionale che al momento hanno intrapreso un percorso verso l’autonomia in Italia.

Sono i risultati finora raggiunti del progetto Fra Noi, progetto nazionale finanziato dal Ministero dell’Interno con il Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (Fami) che punta a integrare stabilmente persone titolari di protezione internazionali nelle comunità locali, e di cui anche Arci fa parte.

Il progetto Fra Noi sarà raccontato al pubblico a Matera in occasione del Festival delle culture mediterranee Sabir: due giorni di laboratori e convegni in cui i protagonisti del progetto, gli enti impegnati, i partner del mondo aziendale potranno da tutta Italia incontrarsi dal vivo, condividere i primi risultati, condividere le buone prassi messe in atto.

L’appuntamento è per l’11 e il 12 maggio 2022 presso Caritas Diocesana di Matera, in Via Cappuccini, 15.
Il mercoledì i lavori saranno dedicati a scambi di esperienze e laboratori tematici, mentre il giovedì mattina ci sarà il grande convegno in plenaria, che verrà trasmesso anche in diretta streaming sulla pagina Facebook di Consorzio Communitas. Al convegno, tra gli altri, parteciperanno in collegamento streaming anche Antonio Decaro, Presidente ANCI e Sindaco di Bari e Chiara Cardoletti, Rappresentante UNHCR per l’Italia.

Cos’è il progetto Fra Noi e come funziona

In questo progetto, l’obiettivo è quello di coinvolgere 450 migranti titolari di protezione internazionale che abbiano portato a termine, da non oltre 18 mesi, percorsi di accoglienza presso progetti SPRAR, CAS ed altri circuiti di accoglienza, quali, in particolare, i Corridoi Umanitari.

Si tratta di un sistema di “accompagnamento all’autonomia” che nasce dalla consapevolezza delle debolezze del sistema nazionale di accoglienza e integrazione Sai che non riesce a realizzare una reale integrazione nel territorio: ad esempio, solo il 20% dei migranti accolti nel sistema Sai riesce poi a ottenere un contratto di lavoro, e più della metà non riesce ad avere un contratto di affitto.

Dopo una prima edizione che si era conclusa nel 2018, questa seconda fase è iniziata a luglio 2020 e si concluderà nell’autunno del 2022.

L’inclusione pensata dal Fra Noi interviene nel momento in cui il titolare di protezione internazionale esce dal sistema di accoglienza e si trova a dover “entrare” nella comunità locali, coinvolgendo le comunità in cui i migranti abitano, e facendo forza su risorse e capacità specifiche di ciascuna persona inserita nel progetto. Una formula che ha già dimostrato di essere efficace, perché riducono i costi di welfare, non generano nuove spese ma utilizzano in modo diverso le risorse già esistenti.

Gli interventi si basano su alcuni pilastri: inserimento lavorativo in aziende, accoglienze in famiglia, autonomia abitativa in situazioni di affitto, housing sociale o cohousing, inserimento sociale nelle comunità locali.

Fondamentale, per la buona riuscita dei percorsi, è il coinvolgimento dei territori: in particolare delle famiglie e le comunità locali, coinvolte nell’accoglienza e nell’accompagnamento della quotidianità e dell’orientamento in un contesto sociale culturale differente da quello di origine; dei proprietari di abitazioni e agenzie immobiliari, che possono favorire la ricerca della casa e il raggiungimento dell’autonomia abitativa; delle aziende, che tramite attivazione di tirocini e assunzioni sono coinvolte nelle azioni di inserimento lavorativo, che permette alle persone di raggiungere l’indipendenza economica.

L’evento nazionale dedicato al progetto FRA NOI 2 sarà l’occasione per ARCI di riflettere sulla centralità della cura della relazione nella evoluzione di percorsi di inclusione sociale sostenibili.

A Matera l’Arci porterà l’esperienza del laboratorio Confini per approfondire l’aspetto dialogico del lavoro tra l’operatore sociale e le persone titolari di protezione. I risultati del laboratorio verranno restituiti durante la tavola rotonda del giorno dopo a sostegno di nuove proposte.

Importante la partecipazione dei comitati territoriali che hanno partecipato alla sperimentazione dell’accoglienza in famiglia rivolta alle persone titolari di protezione internazionale.

Nonostante il progetto abbia avuto inizio in pieno periodo pandemico, dove le restrizioni e le chiusure rappresentavano raccomandazioni a tutela della sicurezza individuale e collettiva, il lavoro nei territori portato avanti dai circoli e dai comitati Arci ha raccolto numerose disponibilità.

Attraverso una campagna social ed eventi locali dedicati, Arci ha comunicato il significato che attribuisce alla parola ‘famiglia’: coppia senza figli; coppia con figli; nuclei monoparentali; single; nuclei di convivenza (gruppo di amici, studenti, lavoratori/trici, pensionati/e).

Così a Pescara, Savona, Roma e Genova si sono fatte avanti delle famiglie e ad oggi sono state accolte 11 persone. L’esperienza ha dato via a una sperimentazione nella sperimentazione: 5 persone sono state accolte da famiglie ex beneficiarie di progetti di accoglienza, consapevoli delle difficoltà a costruire un’autonomia abitativa, che hanno aperto le loro case a sostegno di un progetto di comunità.

Molti di loro, famiglie e persone accolte, saranno ospiti del Festival Sabir, che avrà inizio giovedì 12 pomeriggio, e parteciperanno al seminario formativo a cura del circolo Approdi, organizzato nell’ambito del progetto Fra Noi 2 e dedicato alle esperienze avviate a livello nazionale.

 

Info:

https://www.franoi.org/