Emergenza nel Mediterraneo centrale. Le autorità italiane e maltesi non rispondono alle richieste di soccorso della barca a vela del progetto TOM in difficoltà su un caso di naufragio

Dalle ore 11:58 di questa mattina, l’equipaggio della Garganey VI – una barca a vela impiegata nel progetto TOM – Tutti gli Occhi sul Mediterraneo, promosso da ARCI, SailingForBlueLab e SHEEP Italia – è impegnato in una complessa operazione di salvataggio nel Mediterraneo centrale.

La prima segnalazione, relativa al caso DC0559, è stata ricevuta in zona SAR maltese: si trattava di un’imbarcazione in metallo in condizioni precarie, con 60  persone a bordo, tra cui 12 bambini e 3 donne incinte, una delle quali in condizioni gravi, con forti contrazioni. A bordo si registrano anche diversi feriti con ustioni.

Durante le operazioni di soccorso, sono arrivate informazioni su un secondo caso di naufragio (DC0561), a poche miglia nautiche di distanza, con oltre 20 persone in acqua. Considerato il peggioramento delle condizioni meteomarine, la necessità di intervenire con urgenza nel secondo evento e l’instabilità della prima imbarcazione, l’equipaggio ha deciso – oltre al trasbordo dei nuclei familiari – di accogliere a bordo tutte le persone presenti sul primo natante.

Nonostante ripetute comunicazioni via mail e telefono, né l’MRCC italiano, né quello maltese hanno dato alcun riscontro alle nostre richieste di intervento con assetti di soccorso adeguati. Nessun mezzo è stato inviato.

Nel secondo caso DC0561, Garganey VI risulta essere l’unico assetto presente in zona e sta ora navigando verso le coordinate indicate per prestare assistenza ai naufraghi già in mare. In quanto barca a vela impegnata in un’attività di osservazione civile, non è progettata per il trasporto di un numero elevato di persone, ma è dotata dell’equipaggiamento necessario per stabilizzare temporaneamente la situazione, come previsto dalla missione del progetto TOM. L’equipaggio procederà, se necessario, a mettere in acqua zattere di emergenza per garantire la sopravvivenza dei naufraghi fino all’arrivo di soccorsi adeguati.

Quella in atto è una grave inadempienza nel coordinamento e nel soccorso, in aperta violazione delle convenzioni internazionali in materia di salvataggio in mare, in particolare la Convenzione SAR e la Convenzione SOLAS, che impongono agli Stati l’obbligo di coordinare e garantire il soccorso in modo tempestivo ed efficace.

Chiediamo con urgenza un’immediata mobilitazione pubblica e istituzionale, per chiedere l’intervento di mezzi di soccorso a tutela della vita delle persone a bordo e dell’equipaggio civile del progetto TOM, che si trova ad affrontare una situazione drammatica in completa solitudine, senza alcun supporto da parte delle autorità competenti.

È inaccettabile che in mare, nel 2025, si debba scegliere tra la testimonianza e il silenzio, tra il soccorso e l’abbandono.

Il diritto internazionale impone di soccorrere chi è in pericolo: non farlo è un crimine.