Agire insieme contro povertà e precarietà

presentazione 19° barometro Ipsos/Secours populaire

Secours Populaire Français lancia la sua nuova campagna “Povertà – Precarietà”, presentando i risultati del 19° barometro Ipsos/Secours populaire. L’indagine, condotta online su 1.000 persone in Francia e 10.000 in diversi paesi europei (tra cui anche l’Italia), fotografa la percezione e le condizioni reali della povertà e della precarietà oggi.

Quest’anno il focus è dedicato alle persone under 35. A quindici anni dalla prima indagine, il quadro è allarmante: la qualità della vita delle nuove generazioni si è nettamente deteriorata, in Francia come in Europa.

L’aspetto principale che emerge dalla ricerca è la grande difficoltà delle persone a far fronte all’aumento inarrestabile delle spese per la casa, la salute, la spesa al supermercato.
Il 70% dellɜ europeɜ si considera in una situazione di precarietà a causa dei loro redditi insufficienti. L’89% di loro affermano che questa situazione riguarda anche le persone che conoscono o con le quali lavorano.
I dati per l’Italia confermano questo trend: gli italiani sono quelli che denunciano il rischio più alto di ritrovarsi nel prossimo futuro in una situazione di precarietà (62%).
Lɜ europeɜ condividono anche la sensazione di un accesso più difficile a una serie di servizi pubblici rispetto alle generazioni precedenti.
Tale dato è ancora più marcato in Italia e Francia per quanto riguarda i servizi per la salute (50%)
Mentre il dato italiano che riguarda la sensazione di non poter accedere ad un impiego stabile (65%) è il peggiore tra quelli rilevati negli altri Paesi.

Ma il dato più eclatante è quello che evidenzia che unǝ europeǝ con un lavoro su tre ritiene di non avere un reddito sufficiente per far fronte a tutte le spese: più di unǝ europeǝ su quattro ha già dovuto saltare un pasto, nonostante avesse fame, a causa della propria situazione finanziaria, mentre un genitore su tre dichiara di non essere riuscitǝ a provvedere ai bisogni essenziali dellɜ propriɜ figliɜ.
Questa situazione ha un effetto potente sulla salute mentale delle persone e le rende decisamente più pessimiste rispetto al futuro del loro benessere.

Tra i pochi dati confortanti che la ricerca mette in evidenza c’è la propensione dellɜ europeɜ a continuare ad impegnarsi, in forme diverse, per sostenere le persone in difficoltà. Anche se i risultati non sono sempre tra i più alti, si conferma anche per l’Italia la propensione verso il volontariato solidale.

I dati dalla Francia

  • 57% conosce una persona vicina in situazione di povertà; il 22% ha qualcuno in famiglia in questa condizione.
  • 34% teme di cadere nella precarietà nei prossimi mesi e quasi 6 persone su 10 dichiarano di non riuscire ad affrontare un imprevisto economico.
  • 64% non riesce a permettersi attività culturali o di svago (contro il 28% del 2010).
  • 31% non può acquistare cibo sano a sufficienza per tre pasti al giorno (era solo il 7% nel 2010).
  • Nonostante questo, il 48% si dice pronto a dedicare tempo al volontariato in associazioni solidali.

Giovani sotto i 35 anni

  • 1 giovane su 2 è insoddisfatto del proprio tenore di vita (nel 2010 era il 33%).
  • La metà vive un forte senso di ansia per il presente e per il futuro; più di 1 su 5 si dichiara addirittura disperatə.
  • 40% denuncia difficoltà di accesso alla sanità e alle cure.
  • 48% fatica a garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata (contro il 29% nel 2010).
  • 56% non riesce ad accedere ad attività culturali e ricreative.
  • Eppure, il 52% si dice pronto a impegnarsi in un’associazione solidale, più che in un partito o un sindacato.

Lo scenario europeo

  • Più di 1 europeə su 2 (51%) ha affrontato di recente difficoltà economiche.
  • 1 genitore su 3 non è riuscitə a garantire allɜ propriɜ figliɜ i beni essenziali.
  • 65% dellɜ giovani si dichiara disponibile a impegnarsi in associazioni di solidarietà.