A 80 anni dalle leggi razziali, è ancora viva nella società una cultura discriminatoria e razzista

Chiediamo alle istituzioni democratiche di vigilare perché non abbiano più spazio e agibilità politica formazioni che si richiamano apertamente al fascismo e al nazismo

Il 5 settembre 1938 in Italia furono promulgate le leggi razziali, con cui gli ebrei furono esclusi da tutto: dalla scuola, dalle professioni, dagli uffici pubblici. Una totale e completa emarginazione. L’abrogazione delle leggi razziali del 1944 non cancella la vergogna di questa pagina di storia italiana. Ottant’anni dopo una cultura discriminatoria e razzista vive ancora nella nostra società.

Negli ultimi anni si sono moltiplicati manifestazioni e episodi riconducibili alla riaffermazione dell’ideologia fascista, che quasi sempre rimangono impuniti o comunque vengono sottovalutati.

L’ultimo episodio, accaduto a Sassari, riguarda il funerale del docente universitario Giampiero Todini: la cerimonia funebre è stata trasformata in uno spettacolo indecente e oltraggioso dei valori e principi della Costituzione, offensivo nei confronti di una società democratica e antifascista.

Chiediamo ancora alle istituzioni democratiche, come ribadito nella campagna “Mai più fascismi”, di vigilare perché non abbiano più spazio e agibilità politica formazioni che si richiamano apertamente al fascismo e al nazismo e di condannare fermamente questi episodi.