In questi ultimi mesi, il rischio di esclusione nei circuiti dell’accoglienza pubblica si è aggravato a causa prima delle conseguenze dovute all’applicazione dei due cosiddetti decreti sicurezza (che hanno privato i richiedenti asilo e i titolari di protezione umanitaria dell’accoglienza nello Sprar, ora Siproimi) e poi a causa della emergenza sanitaria Covid 19. La pandemia ha infatti palesato le debolezze del sistema pubblico di accoglienza laddove molte persone, a causa della mancanza dei requisiti imposti, non hanno avuto accesso a luoghi sicuri e accoglienti. Mettendo a rischio la salute propria e pubblica.
L’Arci ha quindi costruito una rete di interventi che integrassero attività circolistiche con alcune attività progettuali al fine di promuovere una forma di accoglienza che prevedesse sia il coinvolgimento dei cosiddetti ‘circoli rifugio’, sia il coinvolgimento di famiglie, siano esse composte da persone singole, gruppo di amici, coppie o nuclei, collegati agli stessi circoli presenti sul territorio.