Un progetto Arci reso possibile grazie ai fondi dell’Otto per Mille dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai
Ogni anno migliaia di persone sono costrette a fuggire da guerre, persecuzioni e violenze. Moltissime di loro non hanno altra scelta che affrontare viaggi pericolosi e rotte irregolari, a rischio della vita. I Circoli Rifugio di Arci – sostenuti grazie ai fondi dell’Otto per Mille dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai – offrono un’alternativa concreta: l’arrivo sicuro in Italia attraverso corridoi umanitari e percorsi di accoglienza diffusa nelle nostre comunità.
I numeri, le attività e gli obiettivi dei Circoli Rifugio
10 I Circoli rifugio attivati nel 2025 (Viterbo,Potenza,Lecce,Bologna,Padova,Chieti, Catanzaro, Perugia,Terni,Brindisi)
101 Le persone attualmente in accoglienza (anno 2025)
347 Il numero di persone arrivate tramite i Corridoi Umanitari (dal 2022).
Obiettivi
- Promuovere canali di ingresso sicuri e legali per le persone rifugiate che cercano di raggiungere l’Italia e l’Europa in cerca di protezione.
- Allargare la rete dei circoli rifugio garantendo l’accoglienza di almeno 120 persone arrivate in Italia tramite corridoi umanitari.
- Avviare percorsi di inclusione sanitaria, legale, sociale, educativa, formativa e lavorativa.
- Coinvolgere le persone accolte nelle attività di promozione socio-culturale promosse dalla rete dei circoli rifugio.
Come nascono i Circoli Rifugio
L’esperienza prende forma nel 2020, nel pieno dell’emergenza Covid-19, come evoluzione naturale di tante iniziative di sostegno e mutuo aiuto già attive nei territori grazie ai nostri circoli e alle loro comunità. Fin da subito coinvolge la rete associativa, istituzioni locali, nazionali e internazionali, e numerose organizzazioni non governative.
La rete oggi conta più di 20 Circoli Rifugio presenti in 13 regioni italiane, con accoglienza sia in appartamenti dedicati sia in contesti familiari (intesi come gruppi di persone che scelgono di vivere insieme, indipendentemente da stato civile o orientamento).
Ogni circolo può contare su un’équipe multidisciplinare con operatorə, mediatorə e professionistə espertiə, affiancatə dai servizi dell’Ufficio Immigrazione nazionale e dei Comitati territoriali Arci. La rete garantisce percorsi di inclusione completi: corsi di lingua, supporto psicologico e legale, mediazione culturale, iniziative culturali e di socialità. L’obiettivo è valorizzare esperienza e competenze di ciascunə, costruendo autonomia e nuove possibilità.
I corridoi umanitari: un accesso sicuro
Grazie all’esperienza maturata in oltre vent’anni nel settore dell’accoglienza, Arci è oggi un interlocutore riconosciuto a livello nazionale e internazionale. Nel 2021 ha firmato con il Ministero dell’Interno il primo protocollo per i corridoi umanitari dedicati alle persone in fuga dall’Afghanistan, diventando la prima organizzazione non religiosa a partecipare a questo canale di ingresso legale.
Questi corridoi si rivolgono in particolare a:
- donne sole o con figli, attiviste e difensore dei diritti umani;
- giornaliste perseguitate;
- persone che si identificano nella comunità LGBTQ+.
Per la prima volta in Italia, un corridoio umanitario è stato aperto esplicitamente anche a persone perseguitate per identità di genere o orientamento sessuale. Grazie a questa iniziativa, 107 persone afghane sono arrivate in sicurezza in Italia da Pakistan e Iran, trovando accoglienza nella rete dei Circoli Rifugio.
Il sostegno dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai
Dal luglio 2022, ancora grazie ai fondi Otto per Mille dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Arci ha partecipato all’implementazione di 10 corridoi umanitari dall’Iran, dal Pakistan, dal Niger, dalla Libia e dall’Egitto.
Grazie a questi interventi, 286 persone in quota Arci hanno potuto raggiungere l’Italia e iniziare un nuovo percorso di vita nelle nostre comunità.
L’accoglienza offerta dai Circoli Rifugio è radicata nei territori, coinvolge socə e volontarə, e continua anche oltre la durata formale del percorso, facendo del circolo un punto di riferimento stabile e una porta aperta verso autonomia, relazioni e partecipazione.
Più corridoi per la libertà 2
Il nuovo progetto – finanziato ancora una volta grazie ai fondi dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai – dà continuità alle iniziative precedenti e prevede l’arrivo di altrə 120 cittadinɜ afghanɜ e di persone attualmente in Libia riconosciute come rifugiate da UNHCR.
Il progetto è rivolto a:
- donne sole e con famiglia;
- attivistə, difensorə dei diritti umani e militanti;
- persone LGBTQ+;
- giornalistɜ e loro nuclei familiari.
Arci ha attivato due tipologie di corridoi, pensate per rispondere alle esigenze specifiche delle persone accolte:
Persone in evacuazione dalla Libia
Molte hanno vissuto detenzione, violenze e condizioni gravissime, spesso con vulnerabilità sanitarie importanti. L’accoglienza è centrata sul recupero fisico e psicologico, accompagnando ogni persona verso una nuova autonomia.
Famiglie in fuga dall’Afghanistan
Spesso si tratta di persone attiviste che hanno perso tutto con il ritorno del regime talebano. L’obiettivo è permettere loro di ristabilire rapidamente legami con il proprio lavoro, le reti sociali e la vita comunitaria.