Cittadinanza, Arci: cambiare subito la legge per una riforma di civiltà

ROMA, 04 FEBBRAIO 2022 – A trent’anni di distanza dalla legge sulla cittadinanza, legge n.91 del 5 febbraio 1992, è quanto mai urgente e necessario modificarla. Una legge, basata solo sullo ius sanguinis, che oggi penalizza oltre 1,5 milioni di potenziali italiani.

In questi decenni il Parlamento non ha avuto il coraggio di riformare la legge. Un immobilismo politico preoccupante in un Paese che da anni registra un importante calo demografico, mentre nello stesso tempo il numero dei “nuovi cittadini”, nati o arrivati in Italia, ha segnato una continua crescita.

Sono anni che l’Arci, insieme ad una vasta rete di associazioni, porta avanti una battaglia per modificare la legge e consentire alle bambine e ai bambini figli di immigrati di poter acquisire la cittadinanza italiana fin dalla nascita, o dopo aver frequentato un ciclo scolastico se arrivati in Italia da piccoli, e per sottrarre alla discrezionalità della pubblica amministrazione la decisione sull’accesso alla cittadinanza degli adulti residenti da più anni in Italia, trasformando quel diritto in un diritto soggettivo, legato solo alle condizioni previste dalla legge, e non alla decisione del funzionario di turno, com’è oggi.

L’Italia continua invece a negare la cittadinanza a migliaia di ragazze e ragazzi figli di immigrati, costringendoli spesso a lasciare il nostro Paese. Ragazze e ragazzi di origine straniera che sono diventati i veri protagonisti di questa battaglia.

È arrivato il momento di voltare pagina e per questo domani, in occasione dell’anniversario della legge sulla cittadinanza, daremo vita ad un volantinaggio davanti alle scuole di molte città e invieremo una cartolina elettronica ai parlamentari per chiedere loro un atto di responsabilità per approvare una riforma che aspettiamo da troppo tempo, e con noi migliaia di giovani italiani di fatto e non ancora di diritto, e le loro famiglie.

La legge sulla cittadinanza va cambiata subito, secondo la proposta presentata nel 2015 dalla campagna L’Italia sono anch’io:

– per consentire a chi nasce in Italia da genitori stranieri residenti stabilmente di essere italiano subito;

– per permettere a chi arriva in Italia da bambino di scegliere, dopo un ciclo scolastico, di diventare italiano;

– per sottrarre alla discrezionalità della pubblica amministrazione l’accesso alla cittadinanza per gli adulti che vogliono diventare italiani.

L’Italia ha tutto l’interesse ad allargare l’accesso alla cittadinanza ma serve un impegno visibile e straordinario da parte del Parlamento per approvare al più presto una modifica che vada in questa direzione.