La presa di posizione di ANPI, ARCI, Libertà e Giustizia e Rete Italiana Pace e Disarmo contro la decisione votata a larga maggioranza dal Parlamento Europeo, che comporta erosione delle norme di controllo dell’Unione Europea e un nuovo sostegno incontrollato all’industria militare
Seguendo una procedura d’urgenza straordinaria, che di fatto ha limitato formalmente anche lo spazio di intervento dei Parlamenti nazionali, il voto del Parlamento europeo sancisce, con l’approvazione del regolamento ASAP, un pericoloso precedente nell’iter giuridico, nel sostegno finanziario all’industria bellica e nel rischio di vedere calpestati i diritti dei cittadini.
Con questo voto il Parlamento europeo ha di fatto rinunciato ad ogni sua prerogativa politica ed istituzionale, avendo prima approvato il testo della Commissione europea senza alcun emendamento, ed assumendo ora gli emendamenti del Consiglio senza neppure pretendere quel ruolo di controllo nella fase attuativa del Regolamento. E’ quanto meno strano che il programma di messa in opera di questo testo venga adottato come misura esecutiva, quando invece richiede una alta discrezionalità strategica e come tale in base al trattato richiede l’associazione del Parlamento e del Consiglio. Il Parlamento europeo ne esce svilito nel suo ruolo di co-legislatore, rinunciando a richieste e proposte proprie in materia di difesa e sicurezza europea e perdendo credibilità anche in vista delle prossime elezioni.
Si accelerano gli investimenti destinati alle imprese del settore, e, oltre all’utilizzo del Fondo Europeo per la Pace (500 milioni che si aggiungono al miliardo già precedentemente stanziato), si delinea anche la possibilità di utilizzare il bilancio dell’Unione, contraddicendo l’art. 41 del trattato che esclude “l’utilizzo di spese che hanno implicazioni nel settore militare e della difesa, a meno che il Consiglio non deliberi all’unanimità”. Inoltre permane la possibilità di riformare i PNRR nazionali con misure a sostegno dell’industria militare e a discapito di beni e servizi destinati ai cittadini europei. Il bilancio europeo diventa così di difficile tracciabilità.
Le normali procedure legislative europee prevedono valutazioni ex-post, valutazioni d’impatto, consultazioni delle parti interessate; niente di tutto questo è stato fatto per un settore sensibile come quello dell’industria bellica. Inoltre si ritiene necessaria una semplificazione e un’accelerazione delle gare di appalto. Tale procedura solleva molti dubbi sul controllo effettivo e sulla trasparenza delle gare di appalto in particolare in questo settore industriale. L’Unione Europea decide di utilizzare soldi dei cittadini europei per finanziare un settore industriale che ha visto solo nel 2022 la spesa militare europea cresciuta del 13%, ed i profitti spaventosamente aumentati. Invece di tassare i super profitti, arriveranno finanziamenti.
Il Regolamento ASAP mette tra l’altro a rischio direttive fondamentali in materia di ambiente (Reach e Direttiva Seveso) salute e sicurezza dei lavoratori e dei cittadini là dove si afferma che “la loro attuazione può anche produrre barriere normative che ostacolano il potenziale dell’industria della difesa dell’Unione…” e contraddicendo in parte quanto sancito nella “Nature Restoration Law” votata solo il 12 luglio. Siamo davvero allo smantellamento del Modello Sociale Europeo!
Spiace notare che a differenza di quanto avvenuto per il voto “Nature Restoration Law” in questo caso le forze politiche, compreso quelle progressiste, si siano limitate a sostenere le lobby delle industrie militari, invece di porre le basi della auspicate politica di difesa e sicurezza europea (art. 21 del trattato della UE).