Contro il World congress of families: non si può arretrare sul tema dei diritti

Si avvicina il World congress of families (Il congresso mondiale delle famiglie) che si svolgerà a Verona dal 29 al 31 marzo 2019. Un evento internazionale che vuole «affermare, celebrare e difendere la famiglia naturale come sola unità stabile e fondamentale della società».

All’iniziativa, organizzata dai movimenti prolife italiani e stranieri, parteciperanno il ministro della famiglia Lorenzo Fontana e il ministro dell’interno Matteo Salvini, oltre al governatore della regione Veneto Luca Zaia e al sindaco di Verona Federico Sboarina. Il machismo al potere al completo e il parterre dei relatori si annuncia ricco di omofobi, antiabortisti e parecchi ideologi della cosiddetta famiglia ‘naturale’.

Insieme a tante associazioni chiediamo al presidente del consiglio Giuseppe Conte, e a tutti i vertici istituzionali coinvolti, di togliere i patrocini pubblici a una manifestazione che non ha alcun interesse generale, e non solo, offende e discrimina moltissime persone. Riteniamo, inoltre, che rappresenti uno violazione evidente dei princìpi fondamentali di uguaglianza e di non discriminazione garantiti dalla nostra costituzione.

Secondo il programma ufficiale dell’evento al congresso parteciperanno ‘personalità’ di spicco dell’antiabortismo, dell’omofobia e dei sostenitori della famiglia tradizionale come il russo Dmitri Smirnov, presidente della Commissione patriarcale per la famiglia e la maternità, la ministra ungherese Katalin Novak e il medico torinese anti gay (radiata) Silvana De Mari, già condannata dal Tribunale di Torino per diffamazione e per capirci del livello di odio del parterre è una che sostiene che i gay rappresentano la nuova ‘razza’ ariana. Un elenco da far venire i brividi. Per questo è necessario sostenere la mobilitazione delle associazioni che ritengono i diritti di tutti un valore da rispettare, le adesioni sono partite e il gruppo delle associazioni è forte. È indispensabile farlo crescere, dobbiamo essere in tanti e farci sentire.

Non si può arretrare in tema di diritti.