«Si prosegue con la criminalizzazione del lavoro umanitario, con l’illusione che se si perseguita chi fa monitoraggio e salvataggio in mare, la disperazione di chi scappa da regimi violenti e torture svanisce. Purtroppo non è così». È il commento dell’Arci nazionale al decreto Sicurezza bis approvato dal Consiglio dei Ministri.
«Si accentrano – continua – poteri sul Viminale in materia di migranti e acque territoriali, stravolgendo alcuni dei princìpi fondamentali di diritto internazionale. Si prosegue poi – rimarca – a trattare temi complessi con enfasi politica e in chiave unicamente di ordine pubblico, approccio sbagliato che crea solo conflitti e non risolve alcun problema.
Riteniamo inoltre sbagliato prevedere sanzioni per chi, nell’adempimento di un dovere etico e giuridico, salva vite umane altrimenti destinate alla morte. Saranno altri a fare eventuali valutazioni di costituzionalità e urgenza del decreto, ma è chiaro – conclude – che restare umani per qualcuno pare essere proprio una condizione rinunciabile».