Democrazia e partecipazione per sconfiggere la crisi e le paure

Se è vero che alla fine di ogni anno si producono buoni propositi per quello successivo, possiamo dire che la nostra associazione alla fine del 2017 ha sicuramente assolto questo compito.

Il Consiglio nazionale di metà dicembre, in una bella e ampia discussione, ha avviato il percorso congressuale, licenziando il Regolamento e il documento congressuale.

Dal 7 al 10 giugno di quest’anno svolgeremo il nostro Congresso nazionale,  ma ci siamo dati l’obiettivo di favorire una discussione che possa coinvolgere davvero circoli, comitati territoriali e regionali, attraverso l’arricchimento e la discussione del documento e delle schede di lavoro, con un percorso originale e diverso di partecipazione di tutta la nostra associazione.

Abbiamo immaginato un viaggio del nostro documento, che inizierà dopo il Consiglio del 20 gennaio e che attraverserà territori, basi associative, gruppi dirigenti locali, arricchendosi di contributi, critiche e correzioni che lo porteranno sicuramente ad essere più ricco e importante.

Vogliamo darci un cronoprogramma di lavoro, e per questo abbiamo prodotto una sorta di ‘Agenda del futuro’, che immagina gli avvenimenti per gli anni 2018-2022 e che ci costringerà ad agire, come sempre facciamo, nella realtà delle cose.

Ci siamo detti, ad aprile, nell’iniziativa a cui chiamammo tutta la sinistra, che «La democrazia e la partecipazione sconfiggono la crisi» e continuiamo ad esserne profondamente convinti. È un principio che vale anche per la vita della  nostra associazione che, pure  attraversando un sentimento diffuso nella società (e quindi spesso anche nelle nostre basi associative) che vede crescere  rassegnazione, sfiducia e  distacco dalla politica,  vuole rilanciare e ribadire idee, contenuti e pensieri che riescano, come abbiamo scritto nel documento, a «liberarci dalle paure».

Per questo, forse in controtendenza rispetto a ciò che accade talvolta purtroppo anche nei partiti e nelle forze del centrosinistra, vogliamo ri-attivare partecipazione e confronto, riproporre le parole che sono secondo noi fondamentali per combattere le destre e i populismi e ridare fiducia ai cittadini: pace e disarmo, democrazia, cultura, memoria, saperi e conoscenza, lotta alle diseguaglianze,  accoglienza, diritti civili,  antimafia sociale.

Lo faremo sottoponendo queste questioni a chi si candida a governare il paese da sinistra. E discuteremo di come attrezzare la nostra associazione, in una società profondamente cambiata, per essere all’altezza di queste sfide.

Il nostro radicamento territoriale, la sfida posta dall’attuazione della Riforma del Terzo Settore, le modalità del nostro governo interno, la nostra comunicazione, l’articolazione del  nostro sistema (che si sta trasformando profondamente in questi anni), sono solo alcune delle questioni su cui vogliamo che si confrontino, ai vari livelli, i gruppi dirigenti dell’Arci nei  territori. Insomma, un 2018 impegnativo, che però è stato preannunciato da un buon clima e da tanta voglia di discutere e di reagire.

Citando Martin Luther King, ci siamo detti che «La paura bussò alla porta, il coraggio aprì e non trovò nessuno».