Dl sicurezza, continua la guerra del ministro

Il governo ha messo la fiducia sul Decreto sicurezza bis (dl 53 in materia di immigrazione e ordine pubblico).

Il testo è stato approvato alla Camera, per poi passare di nuovo al Senato per l’approvazione definitiva. Il decreto, che scade il 13 agosto, interviene su diversi temi, in maniera fortemente repressiva, criminalizzando ogni forma di solidarietà e manifestazione di dissenso, in mare come in terra.

Il dl si compone di 18 articoli, divisi in due parti: il contrasto all’immigrazione irregolare e le disposizioni relative all’ordine pubblico.

Tra le novità più rilevanti, le multe da 150mila fino a un milione di euro per le ong che non rispettano il divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane. Inoltre se il capitano della nave non si ferma davanti allo stop della Guardia costiera viene immediatamente arrestato e può andare incontro a una sanzione da 10mila a 50mila euro (articolo 2).

Nel caso in cui il capitano non sia in grado di pagare la multa, devono risponderne armatore e proprietario della nave. È previsto il sequestro della nave e la confisca, in questo caso l’imbarcazione diventa proprietà dello Stato. L’articolo 3 inasprisce le pene relative al reato di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare, mentre l’articolo 4 prevede uno stanziamento di circa due milioni di euro per il Fondo rimpatri.

Nella seconda parte, quella relativa all’ordine pubblico, vengono inasprite le pene per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale.

Per quanto riguarda eventi e manifestazioni il Daspo viene previsto per «coloro che risultino denunciati per aver preso parte attiva a episodi di violenza su persone o cose in occasione o a causa di manifestazioni sportive, o che nelle medesime circostanze abbiano incitato, inneggiato o indotto alla violenza», per chi, anche all’estero, ha partecipato a episodi di violenza o per chi è stato denunciato, anche con sentenza non definitiva, nel corso dei 5 anni precedenti.

Sanzioni più dure sono previste anche nel caso di episodi di violenza durante manifestazioni pubbliche.