Ad oggi, l’Italia è in attesa da decenni della bonifica di ben 42 Siti di Interesse Nazionale (SIN), per una superficie di circa 170.000 ettari a terra e 78.000 ettari a mare e ben 36.814 Siti di Interesse Regionale (SIR) per un totale di 43.398 ettari perimetrati. Si tratta di vertenze croniche dell’associazione, dalla Terra dei Fuochi al sito Caffaro di Brescia, dove è stata riscontrata una contaminazione diffusa da metalli pesanti e policlorobifenili (PCB); da Porto Marghera (VE), il primo Sito di Interesse Nazionale (SIN)d’Italia, a quello di Casale Monferrato, dovuto alla presenza diffusa di materiali da costruzione contenenti amianto, provenienti dallo stabilimento ex Eternit di Casale Monferrato; dal SIN di Taranto, dove sono state censite circa 200 imprese, il più grande polo siderurgico italiano Ex ILVA, la raffineria Eni, l’industria cementiera CEMENTIR e altre industrie manifatturiere di dimensioni medio-piccole, a quello dell’area compresa tra i Comuni di Priolo, Augusta, Melilli e Siracusa costituito da grandi insediamenti produttivi, prevalentemente raffinerie, stabilimenti petrolchimici.
Gli obiettivi della campagna si articolano nel rilanciare la mobilitazione nazionale e territoriale sulle bonifiche dei siti inquinati; mettere in evidenza le conseguenze sulla salute delle comunità locali nei territori da bonificare e le ricadute negative dal punto di vista dello sviluppo economico di quei territori; promuovere laboratori di coprogettazione per il futuro delle aree oltre la bonifica e la riconversione industriale possibile nell’ottica della transizione ecologica.