Eletta la nuova Presidenza nazionale dell’Arci. Gli ordini del giorno votati dal Consiglio nazionale

Il Consiglio nazionale Arci, riunito a Roma l’8 e 9 settembre, ha eletto la nuova presidenza nazionale che è così composta: Francesca Chiavacci, Federico Amico, Ottorino Arbia, Greta Barbolini, Massimiliano S. Bianchini, Franco Calzini, Silvia Cascetta, Francesca Coleti, Massimo Cortesi, Jacopo Forconi, Elena Gastaldello, Andrea La Malfa, Salvo Lipari, Matteo Malaspina, Gianluca Mengozzi, Filippo Miraglia, Gabriele Moroni, Andrea Polacchi, Mathieu Scialino, Filippo Sestito, Simona Sinopoli, Valerio Antonio Tiberio, Marco Trulli, Franco Uda, Rossella Vigneri.

Di seguito pubblichiamo gli ordini del giorno approvati dal Consiglio

Per una mobilitazione nazionale

A sostegno delle comunità locali, per il diritto d’asilo e per il diritto ad una accoglienza dignitosa e rispettosa dei territori

Il governo Conte, a trazione leghista, ha sottoposto in queste settimane estive il nostro Paese a una serie d’interventi politici e legislativi che puntano a consolidare il processo di criminalizzazione dei migranti e di progressiva cancellazione del diritto d’asilo. L’attacco ai diritti e ai principi costituzionali coinvolge anche le organizzazioni sociali e le associazioni che tutelano i diritti umani e il diritto d’asilo.

In continuità con la campagna contro le ONG aperta dal Codice Minniti, i due partiti dell’attuale maggioranza hanno puntato a un’ulteriore criminalizzazione della solidarietà, del salvataggio in mare e di tutti quei soggetti che operano per promuovere i diritti umani. Il clima che si respira nel nostro Paese, non solo sui social network e sulla stampa, ma anche nella vita concreta delle persone, è peggiorato tanto da produrre molti episodi di violenza razzista che per numero, crudeltà e diffusione sul territorio nazionale non ha precedenti. La nostra associazione è in prima linea nell’organizzazione di una risposta democratica a quest’attacco alle basi della nostra democrazia e ai principi costituzionali, ma rischia di essere travolta dal tentativo di cancellare il diritto d’asilo, per lo straordinario impegno che la nostra rete territoriale ha messo in campo negli ultimi anni in questo settore.  Dalla vicenda dell’Aquarius a quella della nave Diciotti, siamo intervenuti, fino a chiedere di costituirci come parte lesa nella causa contro il Ministro dell’Interno per sequestro di persona, perché convinti che l’azione del governo abbia già superato ogni limite della civile convivenza, dando legittimità a comportamenti e sentimenti violenti e razzisti, sui quali ancora resistevano, nel nostro Paese, alcuni, anche se deboli, tabù. La bozza di DL Salvini, resa pubblica nei giorni scorsi, oltre a contenere palesi violazioni della nostra Costituzione (ex. art 10) e delle Direttive europee, propone una visione del diritto d’asilo e dell’accoglienza che comprime ancora di più le libertà e i diritti dei richiedenti asilo e rifugiati, favorendo, nel campo dell’accoglienza, quei soggetti che intervengono senza alcuna competenza e nessun altro interesse che aggiudicarsi le gare d’appalto. L’immagine negativa dei migranti è destinata ad allargarsi anche a seguito di questi interventi e gli spazi di praticabilità democratica per l’associazionismo e il terzo settore invece si restringono sempre più. Siamo consapevoli che l’attacco al diritto d’asilo non è l’unico portato avanti dal nostro governo e che nell’attacco alle basi della nostra democrazia c’è anche un attacco esplicito al nostro mondo. L’Arci ritiene che sia indispensabile una mobilitazione nazionale a sostegno delle comunità locali, da troppo tempo lasciate sole, per il diritto d’asilo e contro la criminalizzazione dei migranti e della solidarietà, partendo dai territori, in coerenza con l’agenda dell’autunno che abbiamo davanti e nella quale è impegnata la nostra associazione, dentro il percorso che porterà a una manifestazione nazionale. Una mobilitazione per dare visibilità e protagonismo alla nostra rete e costruire una grande alleanza con tutti quei soggetti, anche istituzionali, a partire dagli enti locali e dall’ANCI, che in questi anni insieme a noi hanno lavorato per promuovere comunità locali e città aperte e accoglienti.

 

Sistema operativo per la presidenza nazionale

Premesso che lo statuto associativo all’art. 20 codifica i compiti e le mansioni attribuite alla presidenza nazionale tra cui in sintesi:

  1. assicurare il governo e la direzione politica dell’Associazione, anche attraverso l’attribuzione di deleghe e/o incarichi specifici ratificati dal Consiglio nazionale che ha competenza di verifica e valutazione dei medesimi; 2. assicurare il coordinamento generale del programma e del funzionamento organizzativo; si dota a tale scopo di un Esecutivo; 3. presenta al Consiglio Nazionale la proposta di documento economico di previsione e il rendiconto economico finanziario o il bilancio consuntivo, e il bilancio sociale;
  2. propone al Consiglio nazionale le commissioni di lavoro o i gruppi di lavoro e i criteri per la loro composizione.

Un ordine del giorno approvato dal congresso di Pescara, approvato all’unanimità, sanciva come criteri principali per la composizione della presidenza la rappresentanza territoriale e la competenza

In caso di composizione ampia della presidenza, proprio per rispettare il criterio della rappresentanza, la stessa ritrovi probabili limitazioni nello svolgere le proprie funzioni in modo efficace ed efficiente

Molte sono le sfide da cogliere per rilanciare, innovare e consolidare l’Arci nella sua interezza, in un contesto sociale molto differente dal passato e che molti dei temi necessari per il nostro agire sono contenute nel documento congressuale, anch’esso approvato all’unanimità, e che traccia il piano generale dei lavori della nostra associazione in questo mandato si invita la presidenza:

– a dotarsi di un ‘sistema operativo’ atto a codificare al meglio mansioni interne alla stessa presidenza per svolgere al meglio le mansioni previste dallo statuto associativo;

– ad elaborare un programma annuale di lavoro, da sottoporre al consiglio, dove identificare le priorità, gli obbiettivi di medio termine e di lungo termine, ed i tempi e termini di verifica dei risultati;

– a identificare mansioni e temi in capo ad ogni singolo componente, in modo non esclusivo, ma allo stesso tempo specifico, al fine di incentivare il lavoro.

 

Presidi apertura porti

Il Consiglio nazionale dell’Arci invita le sue articolazioni territoriali e tutti i circoli delle città e delle località portuali ad organizzare presìdi per l’apertura dei porti in concomitanza con la manifestazione organizzata a Milano da Anpi, Aned e i Sentinelli con l’adesione di Arci, Acli, Cgil, associazioni ed altre forze sociali intitolata Intolleranza zero, un segno rosso contro il razzismo.

I comitati e i circoli sono invitati a prendere contatto con le organizzazioni sociali e le associazioni del loro territorio per l’organizzazione comune dei presìdi, a darne tempestiva comunicazione alla presidenza nazionale e a dare visibilità mediatica alle iniziative organizzate.

 

Liberiamo l’umanità! Il 7 ottobre tutti insieme per i diritti umani

Arci fa proprio l’appello dei promotori della Marcia Perugia – Assisi 2018. Chiede e promuove la partecipazione di tutte le forze politiche e sociali democratiche e antifasciste

In questa lunga estate, si sono moltiplicati episodi gravissimi di razzismo e xenofobia nel nostro Paese e a livello internazionale.

Atti di violenza fisica si sono susseguiti da noi come nel mondo: aggressioni per strada, morti sul lavoro, annegamenti in mare, respingimenti alle frontiere, torture e fame nelle carceri di Paesi con i quali sono stati raggiunti ‘accordi’ bilaterali per ‘salvaguardare’ l’Italia dagli ‘invasori’.

E non solo: la violenza verbale (come gli insulti nel web) verso tanti cittadini comuni ha caratterizzato pure il linguaggio di esponenti istituzionali governativi.

Le nuove destre (protagoniste all’interno del governo) cavalcano l’onda di questa recrudescenza xenofoba e, anzi, la fomentano. Esse intendono mettere a repentaglio la ricchezza che deriva dalle differenze culturali e dalle loro espressioni anche nel vivere quotidiano.

È il tentativo di marginalizzazione e di brutalizzazione del ‘diverso’, per l’affermazione di un ‘pensiero unilaterale’, di un mondo gerarchizzato, di un disegno politico di deriva autoritaria, razzista e neofascista. E il razzismo istillato tra gli italiani – del Nord e del Sud, delle periferie sociali e del ceto medio – fa davvero paura. In concreto: chi manipola la sofferenza e le paure sociali, e se ne serve per rivolgere la gente contro l’anello più debole della catena, i migranti, fino a privarli per giorni dell’assistenza sanitaria, come è accaduto sulla nave Diciotti, è una persona incivile, è un politico pericoloso che va combattuto a fondo e a viso aperto.

La risposta non può che essere corale: dalle istituzioni locali fino a quelle dell’Unione Europea, al momento incapace di fermare le derive cosiddette ‘sovraniste’, di fatto egoistiche di singoli Stati aderenti.

Soprattutto, ci deve essere una risposta di mobilitazione popolare. Per fortuna viviamo in un Paese ‘ricco’, perché milioni di persone hanno ancora la forza di opporsi, di battersi per le proprie idee, e sono disposte a fare argine al dilagare di comportamenti che non avevamo ancora mai visto prima in modo tanto sfacciato e violento. E la seconda ricchezza dell’Italia sta nella società organizzata e responsabile: il mondo della cultura, dell’associazionismo, dell’informazione, del volontariato, che è capace di fare sintesi tra le tante sensibilità e diversità, pronte a contrastare il razzismo e a proporre un modello civico di accoglienza.

All’interno di questo mondo, Arci è da sempre protagonista nella battaglia culturale e politica contro il razzismo e in buone pratiche di solidarietà e accoglienza. In questi mesi la nostra associazione ha testimoniato, attraverso manifestazioni, presidi e tante occasioni di dibattito, la propria battaglia contro ogni discriminazione e in favore della solidarietà e dell’umanità, coinvolgendo tanta gente comune. Il principio/pratica centrale è che, indipendentemente dalla provenienza, etnica e nazionale, chiunque deve essere e sentirsi accolto.

I nostri prossimi impegni si concretizzano nel Meeting Antirazzista a Cecina (13-15 settembre) e nel Festival Sabir a Palermo (11-14 ottobre), nell’adesione al coordinamento e al manifesto anti-razzista sollecitato dall’appello Per un’Italia senza muri, nella partecipazione alla Marcia per la Pace Perugia – Assisi.

In questi luoghi, va ribadito il riconoscimento della dignità e dei diritti di tutte e di tutti all’interno della famiglia umana, la quale ha come fondamenti la libertà, la giustizia sociale e la pace nel mondo.

In questa direzione, si sono moltiplicati appelli e riunioni, ma a oggi, non c’è ancora quello spirito unitario necessario a coagulare le forze politiche e sociali che si riconoscono nella forza del cambiamento sociale e nell’orizzonte politico di sinistra e di centro-sinistra.

Le divisioni e la frammentazione di questi anni soprattutto delle forze politiche del campo progressista si ripropongono anche di fronte a questa situazione gravissima.

La nostra associazione può e deve assumere il difficile compito di (ri)comporre questo fronte, il più ampio possibile, mantenendo al contempo un nostro specifico protagonismo.

Perciò, il consiglio nazionale di Arci impegna l’associazione in tutti i suoi livelli a:

– lanciare un appello alle forze politiche e sociali democratiche e antifasciste, affinché favoriscano la più ampia mobilitazione possibile in occasione della Marcia per la Pace Perugia – Assisi.

– Lavorare per far sì che alla Marcia possano partecipare più persone possibile, che si riconoscano in parole d’ordine semplici, chiare, necessarie.

Infine, facciamo nostro l’appello dei promotori della Marcia: domenica 7 ottobre 2018, diciamolo tutti assieme, forte e chiaro: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza».