IL FILM. ‘Figli’ di Mattia Torre

La recensione della settimana

È difficile dire se Figli sia un film bello o brutto.
È difficile perché per tutto il film non si riesce a non pensare a quel giorno orribile di luglio in cui Mattia Torre non c’era più.
Ed è ancor più complicato non riconoscersi in quel film, ridendo.
Poco importa se si hanno figli o no.
In ogni capitoletto in cui il film è suddiviso, ci si può specchiare e si distinguono le storture del nostro grottesco quotidiano: le insoddisfazioni quotidiane familiari e lavorative, la generazione dei nostri padri, quei baby boomers che «c’hanno levato tutto», il medico (pediatra) guru con lo studio in centro e i ‘rimedi’ per ricchi.
In questo film c’è una gigantesca Sara (Paola Cortellesi) e uno strepitoso Nicola (Valerio Mastandrea) che tante volte corrono via o cercano la liberazione in quegli immaginari e disperati voli dalla finestra, ma alla fine si rendono conto che l’unica soluzione agli sgambetti impietosi della vita è restare.