
Siamo nel pieno di una crisi umanitaria globale senza precedenti: più di 120 milioni di persone sono oggi costrette ad abbandonare le proprie case per sfuggire a guerre, persecuzioni, violenze, disastri ambientali e povertà estrema.
Un numero che cresce di anno in anno, alimentato da nuovi conflitti, da una corsa al riarmo sempre più accelerata e da derive autoritarie che soffocano diritti e democrazia.
Di fronte a tutto questo, invece di rafforzare le politiche di pace e gli strumenti per proteggere chi fugge, assistiamo a scelte politiche che aggravano la crisi — a livello internazionale così come nel nostro Paese.
A peggiorare la situazione, è intervenuta la recente decisione dell’amministrazione Trump di tagliare oltre il 90% dei fondi all’Agenzia USAID, con conseguenze devastanti: milioni di persone private di accesso a cibo, acqua, cure mediche e protezione.
L’Italia è diventata un laboratorio di sperimentazione a livello europeo di politiche sempre più restrittive che stanno portando allo svuotamento del diritto fondamentale di chiedere asilo, come dimostra il recente accordo con l’Albania. I respingimenti alle frontiere terrestri e il supporto alle cosiddette guardie costiere libiche e tunisine condannano ogni anno migliaia di persone a violenza, torture, sfruttamento e morte. Scelte che svelano un sistema complesso di complicità e che richiamano alla responsabilità politica e morale dei governi, ma anche di chi esercita quotidianamente la solidarietà e il dissenso
In questa Giornata Mondiale del Rifugiato, vogliamo ribadire il nostro impegno, come Arci, a fianco di chi è costrettə a lasciare la propria terra:
- contro tutte le guerre, contro il riarmo e contro chi alimenta odio e paura
- per un’accoglienza dignitosa e diffusa, fondata sui diritti umani e sulla solidarietà
- per la libertà di circolazione e di residenza di tuttə
- per un mondo di pace, giustizia sociale, inclusione e libertà
Per questo, invitiamo tuttə a partecipare alla manifestazione nazionale di domani: “NO a guerra, riarmo, genocidio, autoritarismo”.
Un appuntamento fondamentale per far sentire la nostra voce collettiva e costruire un fronte comune per la pace.
Ogni giorno, nei territori di tutta Italia, i circoli e i comitati Arci continuano a promuovere iniziative, percorsi di accoglienza, eventi culturali e momenti di socialità che mettono al centro il valore dell’incontro e della convivenza.
Perché l’accoglienza non è mai solo emergenza: è cultura, comunità, trasformazione.