Il 70% degli europei preoccupato dalla situazione di precarietà e dalla grande difficoltà a far fronte alle spese per casa, salute e spesa

È quanto emerge dai dati 2025 del ‘Barometro europeo sulla povertà e sulla precarietà economica’ Ipsos - Secours Populaire

ROMA, 11 SETTEMBRE 2025 – Il 70% degli europei si considera in una situazione di precarietà a causa dei loro redditi insufficienti. L’89% di loro affermano che questa situazione riguarda anche le persone che conoscono o con le quali lavorano.

Sono alcuni dei dati della XIX edizione del ‘Barometro europeo sulla povertà e sulla precarietà economica’, la rilevazione realizzata da IPSOS France per conto del Secours Populaire Francais presentata oggi, 11 settembre, e di cui Arci è il partner italiano.

 

L’aspetto principale che emerge dalla ricerca – che ha coinvolto Gran Bretagna, Francia, Germania, Grecia, Italia, Moldavia, Polonia, Portogallo, Romania e Serbia – è la grande difficoltà delle persone a far fronte all’aumento inarrestabile delle spese per la casa, per la salute, per la spesa al supermercato.

I dati per l’Italia confermano questo trend: gli italiani sono quelli che denunciano il rischio più alto di ritrovarsi nel prossimo futuro in una situazione di precarietà (62%).

Gli europei condividono anche la sensazione di un accesso più difficile a una serie di servizi pubblici rispetto alle generazioni precedenti. Un dato ancora più marcato in Italia e Francia per quanto riguarda i servizi per la salute (50%), mentre il dato italiano che riguarda la sensazione di non poter accedere ad un impiego stabile (65%) è il peggiore tra quelli rilevati negli altri Paesi.

Il dato più eclatante è quello che evidenzia che un europeo con un lavoro su tre ritiene di non avere un reddito sufficiente per far fronte a tutte le spese: più di un europeo su quattro ha già dovuto saltare un pasto, nonostante avesse fame, a causa della propria situazione finanziaria, mentre un genitore su tre dichiara di non essere riuscito a provvedere ai bisogni essenziali dei propri figli. Una situazione che incide sulla salute mentale delle persone e le rende decisamente più pessimiste rispetto al futuro del loro benessere.

Molto interessante anche il focus della ricerca su ciò che i giovani pensano della loro situazione e del loro futuro. Uno su due non è soddisfatto delle proprie condizioni e anche tra gli studenti si riscontra una difficoltà crescente di vita con percentuali molto alte sia in Grecia che in Germania, dato che colpisce vista la differenza strutturale tra le due economie. Una situazione che si ripercuote sulla loro salute mentale: un giovane europeo su cinque denuncia che la sua situazione è oggi problematica in termini di stress, mancanza di sonno, depressione.

Anche questa edizione del ‘Barometro europeo sulla povertà e sulla precarietà economica’ conferma la situazione drammatica che i cittadini europei stanno vivendo ormai da anni. La precarietà di vita ormai è radicata e segnala il crescente aumento delle disuguaglianze. Le persone non si curano come dovrebbero, molte rinunciano a mangiare per sostenere le spese dei figli, il lavoro precario e mal pagato non arretra.

Ma i segnali di una presa di coscienza delle persone dell’emergenza sociale e dello scivolamento verso un diffuso e pericoloso autoritarismo, ci sono tutti: dalle mobilitazioni a sostegno degli spazi sociali, ai movimenti di lotta per la casa, alle reti contro il Decreto Sicurezza, al sostegno al popolo Palestinese e contro le guerre, alle mobilitazioni dei lavoratori di cultura e conoscenza.

La domanda che dovremmo porci oggi come Terzo Settore è come essere soggetti che promuovono progetti solidali e combattono isolamento, solitudini, povertà e come essere, allo stesso tempo, soggetti che raccolgono questa forte domanda di “essere politica” e costringere ad una inversione di tendenza le politiche italiane ed europee per contrastare davvero le disuguaglianze e il declino sociale.