Il controllo popolare e democratico per una vera lotta sociale alla ‘ndrangheta

L’Arci insieme al Comitato Verità Democrazia e Partecipazione e a tanti studenti e cittadini è scesa in piazza per dire no alla ‘ndrangheta dopo l’operazione ‘Stige’, coordinata dalla DDA di Catanzaro, che ha portato all’arresto di 170 presunti affiliati e favoreggiatori della ‘ndrangheta in Italia e Germania, svelando una realtà in cui la ndrangheta non solo ha il controllo totale dell’economia di un intero territorio ma ha stretto un rapporto solidissimo con le pubbliche amministrazioni, in alcuni casi addirittura parte integrante del sodalizio criminale.

L’indagine condotta dal procuratore Gratteri ci mette di fronte ad una realtà che non pensavamo fosse marcia fino a questo punto. L’azione della DDA, però, non è sufficiente a sconfiggere un sistema che ha distrutto la credibilità delle istituzioni. Da anni sosteniamo che il connubio tra ‘ndrangheta, massoneria, politica ed economia deviate ha eroso la dimensione democratica di questa nostra terra eppure mai nessuna efficace azione di contrasto è stata messa in campo dallo Stato, tanto da ingenerare nella parte sana della nostra comunità un forte senso di frustrazione ed isolamento.

Sono diversi gli interrogativi che scaturiscono da questa ultima vicenda giudiziaria. Ci chiediamo, in un territorio così condizionato dal controllo mafioso, come mai sino ad oggi non sono state effettuate operazioni di simile rilevanza? Ci chiediamo anche con sgomento, come sia stato possibile che il Procuratore della Repubblica di Crotone abbia affermato che «Crotone è una bella città, sostanzialmente tranquilla e senza grande degrado. Più che di presenza di criminalità organizzata, parlerei di delinquenza spicciola, illegalità diffusa, entrambe dettate più che altro dalla mancanza di lavoro e dall’ignoranza». Ci chiediamo cosa hanno fatto sino ad oggi le altre istituzioni deputate al contrasto alla ‘ndrangheta nel nostro territorio? Ci chiediamo come sia possibile che dopo la prima devastante indagine che ha evidenziato le mani della ndrangheta sul CARA ed il successivo scioglimento del Comune di Isola di Capo Rizzuto le istituzioni locali e la politica nulla abbiano fatto?

Pensiamo sia necessaria una forte mobilitazione e chiediamo al Presidente della Giunta regionale, al sindaco di Crotone ed ai sindaci degli altri Comuni della provincia: siete stati eletti con il voto delle ‘ndrine e della criminalità organizzata? Avete subito e/o subite la pressione della ‘ndrangheta per ottenere favori e denaro pubblico dagli enti da voi governati?

Tra poche settimane saremo chiamati ad eleggere il nuovo Parlamento. Con quale spirito affronteremo questa fase in Calabria laddove la dimensione democratica dei partiti politici è pressoché inesistente e la scelta delle candidature avviene in molti casi secondo motivazioni legate a logiche clientelari e determinate spesso dal connubio tra ‘ndrangheta, massoneria ed economia deviate? Riteniamo che la maggior parte delle organizzazioni politiche, nella nostra regione, non siano in grado di assolvere alle funzioni che la nostra Costituzione gli affida e crediamo che solo un controllo popolare e democratico possa costituire il pilastro sul quale avviare una vera lotta sociale alla ‘ndrangheta.