Il ddl Gasparri rivela il volto peggiore della destra contro donne e diritti

ROMA 19 OTTOBRE 2022 – Il disegno di legge sull’aborto depositato da Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, il 13 ottobre, nel primo giorno della XIX legislatura dopo le elezioni di settembre e ancora in attesa di conoscere il nuovo governo, rivela il volto peggiore della destra contro donne e diritti.

È la terza volta che Gasparri ci prova, con un ddl che propone di modificare l’articolo 1 del Codice Civile – quello che prevede l’acquisizione della capacità giuridica “dal momento della nascita” – riconoscendo invece la capacità giuridica di ogni essere umano “fin dal momento del concepimento”. Riconoscere personalità giuridica al concepito significa che una donna, che per qualsiasi motivo vuole o deve interrompere la gravidanza, commetterebbe un omicidio.

“Non toccheremo la legge 194 sull’aborto” ha ripetuto più volte Meloni in campagna elettorale. Prima abbiamo visto il gravissimo caso del Piemonte, dove la destra che governa la Regione ha destinato 400 mila euro alle cosiddette associazioni pro vita. Adesso, a mettere in discussione 40 anni di diritti acquisiti, ci pensa Gasparri, con una proposta pericolosa e inquietante, che di fatto renderebbe inapplicabile la legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, impedendo la libertà di una donna di autodeterminarsi nella scelta di diventare madre.

Di fronte ad un Paese attraversato da profonde crisi legate alla guerra e alla pandemia, economiche e sociali, le prime proposte della destra dopo la vittoria elettorale puntano a colpire la legge 194 e i diritti delle donne. Non c’è da meravigliarsi, ma è fondamentale non abbassare la guardia.

Occorre fermare questa mostruosità prima che sia troppo tardi.

Giù le mani dalla 194! Giù le mani dai diritti delle donne!