Il Governo italiano autorizzi subito l’attracco della nave della Ong Open Arms

La nave spagnola è carica di uomini, donne e bambini salvati in mare e sfiniti dalle torture subite in Libia

Punita per essersi giustamente opposta alle intimidazioni armate della Guardia Costiera Libica, la nave della ONG ProActiva Open Arms resta in balia delle onde con interdizione di accesso ai porti europei. La scelta folle viene giustificata da Minniti, raggiunto in Niger, con una norma mai applicata fino ad ora che farebbe ricadere la responsabilità dell’accesso al porto allo Stato di cui batte bandiera la nave. La Spagna in questo caso. Una norma mai applicata che sembra tanto una ripicca, l’ennesimo atto di criminalizzazione di chi salva vite umane in mare e di chi pratica la solidarietà in terra.

L’interdizione arriva, infatti,  dopo 24 ore di tensioni in mare in cui per due volte la Guardia Costiera Libica – in acque internazionali – a fucili spianati ha minacciato i volontari spagnoli, mettendo a rischio la vita dei migranti, per riportarli in Libia. Una solerzia, quella libica, nel voler recuperare i migranti,  frutto degli accordi con le autorità nostrane, pagati milioni di euro dei contribuenti  europei.

Quella che si sta consumando in queste ore nel Mediterraneo è l’ennesimo atto  di una battaglia contro le Ong che si gioca sulla pelle di uomini, delle donne e bambini numerossimi sulla nave di salvataggio per cui ogni minuto di ritardo potrebbe essere fatale, date le condizioni sempre più tragiche di corpi consumati da mesi di detenzione e torture. Come quelle che hanno ucciso il giovane Segen solo due giorni fa.

Facciamo un appello al Presidente del Consiglio Gentiloni perché autorizzi immediatamente l’attracco della nave spagnola in un porto italiano.  Il Governo deve smettere di prendere decisioni che violano le leggi del mare e il diritto alla vita.

 

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