Il viaggio, la resistenza in saharawi

In 9 scatti si fa fatica a sintetizzare quattro giorni pieni e densi vissuti ai campi profughi saharawi assieme a Silvia Bellettini vicepresidente dell’associazione Kabara Lagdaf di Modena.

La cosa importante è ciò che ti rimane.

La prima: il progetto Salud Primero avviato nel 2009 da Fabio Campioli (presidente di Kabara Lagdaf scomparso prematuramente nel settembre 2018), è stato indicato dal Ministro alla Salute saharawi come una priorità assoluta, e a Campioli ha voluto dedicare una targa per noi e la famiglia.  Il progetto proseguirà fino al marzo 2020 e ci attrezzeremo per candidarci al bando della Regione ER per farlo proseguire ancora. I risultati del progetto sono decisivi perché ha portato a fare uno screening a 41.400 bambini in 38 scuole (1 all’anno per tutti i bimbi in età scolare) sia nei campi che nei territori liberati,  di cui 608 riscontrati con patologie significative di cui 75 gravi trattati in Italia e 48 a Modena all’Ospedale Policlinico. Mentre eravamo ai campi la commissione medica scolare che cura da 10 anni il progetto è partita per raggiungere i territori liberati per svolgere lo screening annuale nell’ambito del progetto. Nella prossima estate/autunno arriveranno a Modena altri 6 bambini dei 21 in attesa per essere operati e visitati.

La seconda: il progetto anch’esso finanziato dalla Regione Emilia Romagna sulla Protezione Civile, per aprire un posto fisso con mezzo e personale formato, è oramai al termine mancando solo la formazione dei Vigili del fuoco e il mezzo stesso.

La terza: come neo Presidente di ANSPS ho potuto incontrare il Segretario generale del Ministero degli Esteri Mohamed Salem con il quale abbiamo parlato della situazione politica e del ruolo che sta giocando l’inviato del SG dell’Onu Kohler per arrivare ad una soluzione condivisa tra le parti alla vigilia del rinnovo della Minurso. Abbiamo parlato anche delle prospettive del movimento di solidarietà in Italia e dei rapporti con la Rappresentanza del Fronte Polisario e della necessità di unire gli sforzi per sostenere il raggiungimento di questo traguardo.

La quarta: ho fatto un secondo incontro con il Ministro della Salute Mohamed Lammin Deddi sempre come presidente dell’ANSPS per raccogliere le loro priorità circa una possibile azione da sviluppare a livello nazionale in Italia. Sono infatti venuti a mancare nel 2019 due grossi finanziamenti norvegesi che servivano  a pagare il personale in sanità e l’altro il cibo negli ospedali. Ho raccolto il suo appello prendendomi l’impegno a verificare la disponibilità delle associazioni italiane per coprire una parte del finanziamento mancante.

La quinta: non si può descrivere perché ha a che fare con la dignità con la quale questo popolo continua a vivere in condizioni proibitive dopo 48 anni di esilio, pressoché dimenticato «da Dio e dagli uomini» verrebbe da dire, in un mix tra rassegnazione e volontà di riscatto di tanti giovani, come della famiglia che ci ha ospitato durante il nostro soggiorno con affetto e discrezione, e che dopo tanto tempo non è ancora sopita. Un impegno che continua al loro fianco,  per tanti in Europa, in tutto il mondo, e anche per chi vorrà farlo in Italia e a Modena.