Impatti del CETA su occupazione e ambiente. Un seminario al Senato

Un’ultima spinta: per fermare in Senato la ratifica del trattato di liberalizzazione commerciale tra Europa e Africa e riaprire il dibattito su quali trattati e a quali condizioni facilitare il commercio tra l’Italia e il resto del mondo senza mettere in discussione diritti, ambiente e coesione sociale. È stato l’obiettivo del seminario che si è tenuto il 5 dicembre, con l’introduzione della segretaria generale Cgil Susanna Camusso e del presidente Coldiretti Roberto Moncalvo, dal titolo Impatti su occupazione e ambiente del trattato CETA tra Europa e Canada. L’iniziativa, promossa da sindacati e associazioni, ha promesso barricate fino all’ultimo giorno della legislatura contro la ratifica del Trattato. I 104 senatori e i deputati dell’Intergruppo No Ceta si sono impegnati a lavorare nei propri gruppi per impedire una ratifica last minute.

«Non possiamo sancire con un trattato commerciale un divario di potere tra impresa investitrice e stati membri, perchè abbiamo già visto gli impatti della competizione internazionale sulle condizioni di lavoro», ha denunciato Camusso, rilanciando l’idea «che proprio la prossima campagna elettorale e quella per il rinnovo del Parlamento europeo nel 2019, possano servire per rilanciare questa campagna, a livello nazionale ed europeo».

«Stiamo rischiando troppo, a livello sociale, ambientale, ma anche imprenditoriale», ha rincarato la dose Moncalvo.«Dobbiamo lavorare su una politica nazionale ed Europea diverse perché sono bastate poche settimane per far capire, anche a grandi consorzi che inizialmente avevano spinto per il CETA, che il sacrificio non porta a un commercio effettivamente più importante. E soprattutto, guardando all’Europa, dobbiamo impedire che entrino in vigore, dopo anni di trattative segrete, altri trattati ugualmente nocivi. Gli eletti devono poterli cambiare se necessario per difendere i propri cittadini», ha concluso Moncalvo.

Una scelta quanto mai urgente alla vigilia della conferenza ministeriale della Wto che vorrebbe aprire un nuovo capitolo di liberalizzazioni sulle tecnologie 4.0 e il commercio di dati. Critiche forti si sono levate da sindacati e associazioni contro l’agenda  del  vertice, cui si accompagnerà un contro vertice ‘Fuera Omc’ aperto da una Marcia delle Madres di Plaza de Maio. Il governo argentino, che teme l’insuccesso del vertice proprio quando il Paese raccoglie dalla Germania la presidenza del G20, ha risposto impedendo a 63 esperti non governativi non solo l’ingresso al vertice ma quello nel Paese, compilando una ‘lista nera’ che nessun Paese ospite aveva mai osato presentare. Con questa stretta repressiva,  l’idea lanciata nell’incontro al Senato e condivisa dai parlamentari presenti, è quella di creare un documento d’impegno per tutti i candidati al Parlamento italiano e europeo su ambiente, commercio e diritti. «Ti voto solo se…»per sostenere alternative più credibili, efficaci, inclusive.

Info: www.stop-ttip-italia.net