Insieme per promuovere il cinema che non si vede nel territorio della resistenza culturale

La rassegna itinerante di cinema del reale L’Italia che non si vede, promossa da Ucca, giunge alla sua ottava edizione. E potrebbe sembrare scontata, come quegli appuntamenti belli che però si ripetono ogni anno uguali a se stessi. In realtà, di acqua sotto i ponti ne è passata da quando più di dieci anni fa decidemmo di portare nei nostri circoli quel cinema che era in grado di raccontare un paese nascosto, taciuto e che aveva l’ardire di farlo con un linguaggio nuovo e coraggioso. Un cinema bello e nascosto rispetto ai blockbuster, o presunti tali, che riempivano le sale cinematografiche.

È successo poi che il mondo è cambiato. Le sale vengono a stento riempite, se non da pochissimi film, solo in alcuni momenti dell’anno cadenzati dalle uscite di qualche «miracolo commerciale al botteghino», e sono sempre meno e meno diffuse quelle che propongono «un cinema di riflessione», specie in quei territori che segnano il confine nelle ricerche demografiche, vicini, eppure periferici, rispetto agli agglomerati urbani e metropolitani dove si concentra gran parte del consumo culturale.

Partendo da questa riflessione tre circoli Arci del Sud Sardegna affiliati a Ucca, più precisamente del territorio-frontiera del Sulcis-Iglesiente, hanno deciso di unire le forze e, grazie all’indispensabile contributo del CSC Carbonia della Società Umanitaria e di una legge regionale che finanzia le attività di promozione audiovisiva sul territorio, faranno circuitare i film dell’intera rassegna sul territorio. Sono La gabbianella fortunata di Carbonia, Il calderone di Sant’Antioco e il Cic Arci di Iglesias.

L’avvio della rassegna è previsto per giovedì 28 marzo presso la neonata Sala ‘Fabio Masala’ dello Spazio Ex-di ‘Memorie in Movimento – La Fabbrica del Cinema di Carbonia, con Il clan dei ricciai di Pietro Mereu, alla presenza del regista e di uno degli attori protagonisti, il musicista Joe Perrino, che ha curato anche le musiche del film. Al termine della proiezione, Perrino porterà, insieme alla sua band, sul palco alcune delle sue Canzoni di malavita, live per il pubblico di Carbonia.

Joe Perrino, vero nome Nicola Macciò, vestirà i panni dell’uomo della malavita raccontando, tra musica, parole e immagini, storie di carceri e delinquenti.

Il 29 marzo l’appuntamento sarà presso la Casa del Popolo di Carbonia, sede del circolo Arci sito in un quartiere popolare della città, luogo simbolico di una resistenza culturale che vuole partire dall’incontro e dallo scambio sociale. Ci sarà la proiezione del film Le cicale di Emiliano Mancuso e Federico Romano.

La rassegna proseguirà a Carbonia, per altri tre giovedì consecutivi fino al 18 aprile, con Arrivederci Saigon di Wilma Labate, Sembra mio figlio di Costanza Quatriglio e La terra dell’abbastanza di Damiano e Fabio D’Innocenzo.

Ad Iglesias gli appuntamenti si svolgeranno presso la splendida struttura de La Casa del Cinema che il circolo Arci Centro Iniziative Culturali faticosamente è riuscita ad ottenere in convenzione dal Comune grazie alla proposta coraggiosa e visionaria di un luogo tutto dedicato alla promozione della cultura cinematografica con due sale di proiezione, una nastroteca della memoria e una mediateca aperta al prestito sociale. Venerdì 12 aprile verrà proiettato Un giorno all’improvviso di Ciro D’Emilio, uno dei migliori esordi cinematografici della stagione in corso, mentre il giorno seguente, sabato 13 aprile, sarà la volta di Ora e sempre riprendiamoci la vita del maestro Silvano Agosti, già ospite del circolo durante lo scorso autunno.

Ultimi due appuntamenti già fissati de L’Italia che non si vede nel territorio del Sulcis-Iglesiente a Sant’Antioco, organizzati dal circolo Il Calderone, il 27 aprile con il film manifesto dell’edizione di quest’anno, Iuventa di Michele Cinque, e il 4 maggio con la proiezione di Isis Tomorrow di Francesca Mannocchi e Alessio Romenzi.

Un altro appuntamento, Zen sul ghiaccio sottile di Margherita Ferri, verrà programmato in maggio in prossimità con l’anniversario dei Moti di Stonewall, di cui quest’anno ricorre il cinquantesimo anniversario.