Per l’Arci ‘restare umani’ non è un’opzione. Per questo, qualche tempo fa, tutta la Presidenza della nostra associazione ha voluto sostenere il progetto umanitario di Mediterranea. Per questo, in questi mesi circoli e Comitati hanno organizzato iniziative di sostegno a questo progetto. La cronaca di questi giorni ripropone il solito interrogativo: cosa spinge delle persone a lasciare tutto, ma proprio tutto, a salire su una barca gonfiabile di notte e affrontare il mare con il rischio reale di morire? E, come se non bastasse, dopo aver pagato trafficanti con gli unici soldi a disposizione e probabilmente dopo essere stati imprigionati e torturati? Sicuramente non per la ricerca di una ‘pacchia’. Basterebbero queste domande per farci riflettere sull’impatto e sulle responsabilità dei flussi migratori. Chiudere i porti, o far credere di averlo fatto per pura propaganda, non è certo una soluzione.

È evidente che davanti a un Governo arrogante e cinico verso i deboli è quanto mai necessaria una reazione, un’azione concreta (la missione della Mar Jonio) che abbiamo definito che per noi più che una disobbedienza civile è un’obbedienza morale.

Una scelta che parte dalla condivisione di ideali  forti; l’impegno è tanto e i problemi saranno tanti. Ma sapere di aver contribuito a salvare delle vite ci ripaga e ci motiva a fare di più. Anche per questo tutta l’Arci sarà coinvolta nella campagna di raccolta del 5X1000 che quest’anno andrà interamente ai soccorsi in mare di Mediterranea.

Nei giorni scorsi, dopo l’importante opera di monitoraggio di questa estate la Mar Jonio ha salvato vite umane. E il successivo sequestro della nave ha creato una spontanea mobilitazione di piazza. Dopo la grande manifestazione di Milano, le tante che si sono svolte nei territori in questi due giorni, assistiamo a importanti segnali di riaffermazione dello spirito solidale e antirazzista.

Noi siamo stati promotori e organizzatori di questa mobilità. Perché non abbiamo bisogno di doverci giustificare di essere ‘buoni’. Respingiamo culturalmente l’accezione negativa di chi vorrebbe imporre la cattiveria di Stato.

Per non cedere all’indifferenza verso la sofferenza umana, abbiamo bisogno di una risposta collettiva. Per restare umani.