LA CONVENZIONE UNICA DEL 1961 SUGLI STUPEFACENTI: SESSANT’ANNI DI EPIC FAIL?

Save the Date: 30 marzo dalle 18:00 alle 20:00 CET

Sono passati sessant’anni dall’adozione della Convenzione unica delle Nazioni Unite sugli stupefacenti. Nonostante il continuo rilancio della guerra alla droga, il regime internazionale di controllo della droga non è stato in grado di ridurre o contenere la presenza di sostanze psicoattive nel mondo. La Convenzione Unica, emendata nel 1972, e le altre Convenzioni adottate nel 1971 e nel 1988 non hanno praticamente avuto alcun effetto sul mercato mondiale della droga creando violazioni dei diritti umani diffuse e sistematiche a livello transnazionale.

Dopo le Sessioni Speciali dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1998 e 2016 interamente dedicate alla droga, nel 2019 i governi stessi, riuniti alle Nazioni Unite a Vienna, hanno ammesso che:

“Sia la gamma che i mercati della droga si stanno espandendo e diversificando; l’abuso, la coltivazione illecita, la produzione e la fabbricazione di stupefacenti e sostanze psicotrope, nonché il traffico illecito di tali sostanze e di precursori hanno raggiunto livelli record, la domanda illecita e la diversione di precursori chimici sono in aumento. Si osserva ovunque un aumento dei legami tra traffico di droga, corruzione e altre forme di criminalità organizzata, compresa la tratta di persone, il traffico di armi da fuoco, la criminalità informatica e il riciclaggio di denaro e, in alcuni casi, il terrorismo, compreso il riciclaggio di denaro in connessione con il finanziamento del terrorismo. Il valore dei proventi confiscati per i reati relativi al riciclaggio di denaro derivante dal traffico di droga a livello globale rimane basso; la disponibilità di sostanze controllate a livello internazionale per scopi medici e scientifici, compreso il sollievo dal dolore e le cure palliative, resta bassa o inesistente in molte parti del mondo. I trattamenti per droghe e i servizi sanitari continuano a non soddisfare i bisogni e le morti legate al consumo di droga sono aumentate; il tasso di trasmissione dell’HIV, del virus dell’epatite C e di altre malattie trasmesse per via ematica associate all’uso di droghe, compreso l’uso di droghe per via parenterale in alcuni paesi, rimane alto. Le conseguenze negative per la salute e i rischi associati alle nuove sostanze psicoattive hanno raggiunto livelli allarmanti; gli oppioidi sintetici e l’uso non medico di farmaci da prescrizione pongono rischi crescenti per la salute e la sicurezza pubblica, nonché sfide scientifiche, legali e normative, anche per quanto riguarda la classificazione delle sostanze. L’abuso criminale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per attività illecite legate alla droga è in aumento; occorre migliorare la copertura geografica e la disponibilità di dati affidabili sui vari aspetti del problema mondiale della droga”.

Abbiamo assistito a decenni di guerra alle persone, più che alle sostanze, una guerra violenta che ha causato tragedie, come recentemente nelle Filippine. Questo fallimento è anche la reale causa di problemi sanitari, sociali, ambientali ed economici in tutto il mondo dovuti all’attuazione di politiche repressive sulla droga derivate dalle Convenzioni delle Nazioni Unite.

La culla della guerra alla droga si sta aprendo, se non addirittura indicando la strada, alla regolamentazione giuridica di alcune sostanze, il consenso all’ONU non c’è più – e il voto sulla cannabis del 2 dicembre 2020 ne è una testimonianza.

È quindi necessario motivare ulteriormente e mobilitare la società civile per sollecitare i governi di tutto il mondo ad affrontare i fatti e le prove scientifiche e chiedere nuove politiche sulla droga che mettano i diritti umani e le persone al primo posto.