La recensione – Massimo Volume – Il Nuotatore (42 Records)

In questa nuova vita dei Massimo Volume per attendere un nuovo disco occorre pazienza. Gli impegni sono numerosi, l’urgenza espressiva si è fortunatamente allargata a progetti differenti, ma le parole fulminanti di Emidio Clementi continuano ad essere qualcosa di cui si sente il bisogno. Il suono inconfondibile, scarno, ipnotico resta estremamente serrato nonostante l’assenza dell’ottimo Stefano Pilia. Il Nuotatore, citando liberamente il meraviglioso racconto di John Cheever, racconta di nuove inquietudini. Qualcosa che può accadere in un posto qualsiasi, in qualunque momento: ricordi, disagi, analisi interiori. Ma c’è pure L’ultima notte del mondo, dove la Terra è condannata a rinunciare al buio, illuminata da due soli e Mia madre & La morte del Gen. José Sanjurjo, che condividono una bruciante ossessione. Il lavoro di Egle Sommacal e Vittoria Burattini è fondamentale. Il suono della band passa nel dialogo continuo tra le chitarre e la batteria, molto di più che semplice comparto ritmico, ma vera armonica ossatura dell’album. Un suono talvolta ipnotico, talvolta inquieto, che lascia addosso un respiro affannoso. Senti di non essere al sicuro, ma non puoi abbandonare la voce di Clementi. Ancora una volta semplicemente necessari.
Domenica 22 settembre i Massimo Volume saranno sul palco assieme ai Giardini di Mirò, presso La Mole di Ancona, in occasione di Sconcerti Festival.
Info e biglietti: Evento FB – Massimo Volume + Giardini di Mirò | Sconcerti Festival