La Via Maestra: CURA È RIVOLUZIONE

L’Arci in piazza a Roma il 7 ottobre

ROMA, 05 OTTOBRE 2023 – Saranno due gli spezzoni Arci (uno nel corteo da Piazza della Repubblica, uno nel corteo di Ostiense) per la manifestazione a Roma del 7 ottobre “La Via Maestra – Insieme per la Costituzione” che l’Arci ha promosso e organizzato insieme a molti altri attori sociali e alla Cgil.

Saremo in piazza il 7 ottobre con le parole scelte per la nostra campagna di tesseramento 2023-2024 ‘Cura è rivoluzione’, per riaffermare valori e principi contenuti nella nostra straordinaria Costituzione, in un tempo drammatico e pericoloso, in un sistema che genera guerra, collasso climatico, diseguaglianze estreme e crescenti, crisi della democrazia.

Il nostro Paese ha bisogno di ritrovare un comune denominatore, uscendo da una sorta di autismo diffuso e generalizzato che ha portato negli anni al disfacimento delle più elementari regole di convivenza civili. Autismo che ha indebolito la tenuta complessiva dei diritti per tutte e tutti.

Saremo in piazza perché c’è bisogno di una presa di coscienza collettiva, la più unitaria e ampia possibile che si assuma l’onere di dare una sveglia al Paese, soprattutto quello non rappresentato.

Perché ‘Cura è rivoluzione’ è per noi ‘La Via Maestra’ per affrontare queste sfide, per le quali serve un forte progetto pubblico di un’altra società, fondato sulla pace e sulla cura, sulla giustizia climatica e sociale, sui beni comuni, sulla redistribuzione della ricchezza e sulla giustizia fiscale, sul lavoro, sul reddito e sul welfare pubblico, sui diritti sociali, civili, culturali, e delle donne, sull’accoglienza, sulla democrazia e la partecipazione.

Saremo in piazza perché il governo Meloni, a un anno dal suo insediamento, va in direzione contraria: ogni giorno produce ulteriore diseguaglianza, frammentazione e contrapposizione sociale. L’autonomia differenziata e il presidenzialismo aggraverebbero tutti questi problemi e spaccherebbero in modo irreversibile la nostra società.

Saremo in piazza per difendere l’articolo 18 della Costituzione: “I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente…”. Un diritto, strettamente connesso agli altri diritti fondamentali stabiliti dalla Carta, dentro il quale c’è tutto il senso dell’Arci e il nostro  mutualismo, quello scambio tra pari capace di trovare risposte ai bisogni concreti, e  di aprire lo spazio per immaginare e praticare alternative. Tutto il contrario dello  svuotamento progressivo della funzione costituzionale dell’associazionismo libero e democratico a cui stiamo assistendo.

Solo insieme possiamo dimostrare che esiste una alternativa, e che realizzarla è  possibile: facendo convergere le tante diverse culture e pratiche sociali, sindacali,  culturali che ogni giorno pratichiamo. Dimostrando così che è possibile non solo resistere, ma cambiare strada davvero.