L’antifascismo non è retaggio del passato

Una manifestazione bella, partecipata, colorata e pacifica. Centomila persone in una Roma uggiosa e piovosa, a rappresentare pienamente come l’antifascismo non sia un retaggio del passato ma una bussola culturale per affrontare le tensioni sociali e le paure amplificate e promosse. Anche su questa manifestazione è stato pianificato un controllo delle forze di polizia, che hanno perquisito alle porte di Roma molti dei bus organizzati. Qualcosa di evidentemente non necessario.

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L’importante però è che questa manifestazione, promossa dalle rete Mai più fascismi, sia stata un momento in cui i riflettori dell’opinione pubblica e dei media sono stati puntati su un tema e una piattaforma politica troppo spesso sottaciuti, silenziati. Sul razzismo che è il brodo culturale dove il fascismo trova le sue radici.

Su internet trovate un video, che in questi giorni è stato molto condiviso sui social, del comico John Oliver. Racconta la situazione politica italiana in chiave satirica. In questo sketch utilizza spesso la parola ‘fascismo’, raccontandolo come uno dei mali italiani. Usa la parola fascismo con molte meno remore, e molto più frequentemente, di quanto non si senta dire in Italia. In questi mesi, nei diversi momenti di piazza, l’Arci è stata presente. Abbiamo detto e raccontato quello che vediamo sui territori; senza remore o infondati pudori, abbiamo parlato – in rete, con tanti altri soggetti – della necessità di tutelare l’antifascismo come valore costituzionale. Abbiamo esercitato anche il nostro ruolo a favore dell’unità delle diverse sensibilità che si muovono su questo tema. Fatemi citare Claudia Noci, presidente del circolo Arcipelago di Cremona, che pochi giorni fa, ad un comizio di Di Stefano, si è avvicinata al tavolo per regalargli un libro, La banalità del male di Hannah Arendt.

Nella nota in cui ha spiegato questo suo gesto ha scritto «Ogni giorno, da noi, l’associazionismo si vive per unire e non per dividere, per accogliere e non per discriminare. CasaPound è un’organizzazione anticostituzionale che pratica idee liberticide intollerabili […] Regalare un libro, quel libro, al leader di CasaPound è stato il gesto antifascista più naturale a venirmi in mente».

Leggendo su un giornale on line quel fatto e quelle parole, ho pensato che questo gesto sia stato simbolicamente rilevante. Racconta, meglio di tanti discorsi, molti dei nostri caratteri distintivi: la radicalità ideale, la tensione culturale della nostra attività e la scelta della non violenza. E soprattutto ci ha raccontato come quello che facciamo non si ferma ad un giorno di manifestazione, ma è un impegno quotidiano e concreto, del nostro modo di fare associazionismo e cultura.