L’Arci aderisce a “Riabitare L’Italia” per una nuova politica di sviluppo dei “margini”

L’Arci nasce nel 1957 a Firenze come organizzazione per la difesa e lo sviluppo di case del popolo e circoli ricreativi.
Una delle caratteristiche della nostra rete è, dalla sua fondazione, quello di aver promosso il radicamento associativo e civico nei piccoli centri, spesso in aree rurali e di media montagna; quelle che oggi chiamiamo “aree interne”, per decenni rimasti al di fuori del discorso pubblico. Dagli anni ’60 ad oggi le esperienze dei circoli Arci sono ovviamente cambiate seguendo desideri e passioni dei tanti, giovani e meno giovani, con uno sguardo su pratiche culturali e creative che hanno un orizzonte anche internazionale.

I circoli Arci in questi territori ai “margini” rappresentano spesso gli unici luoghi di ritrovo, aggregazione, promozione culturale e promuovono nuovi processi di ripopolamento a partire da idee innovative e dal protagonismo civico.
Per questo abbiamo avviato da tempo una riflessione che tiene insieme lo sviluppo dei “nuovi centri culturali” comunitari e lo sviluppo a base culturale delle “aree interne”. In questo percorso abbiamo incontrato l’associazione “Riabitare l’Italia” che, attraverso le competenze di esperti e professionisti, ci sta aiutando a costruire una strategia dell’Arci per dare un nuovo ruolo ai tanti presidi associativi guardando oltre il tempo della pandemia da Covid-19.

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