È stato firmato oggi il nuovo protocollo d’intesa tra Ministero dell’Interno, Ministero degli Affari Esteri e la Cooperazione, l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR), l’Arci, la Comunità di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese Evangeliche e Inmp, che permetterà a 1500 rifugiati e persone che necessitano di protezione internazionale di essere evacuati dalla Libia all’Italia nell’arco di tre anni.
Con l’intesa di oggi prosegue l’impegno dell’Arci a sostegno dei corridoi umanitari con la stessa emozione di due anni fa, quando firmammo il protocollo per far arrivare in sicurezza cittadine e cittadini afghani in fuga dal regime talebano.
Con la stessa determinazione denunciamo la deriva pericolosa che stanno prendendo le politiche dei Governi europei, non ultimo l’accordo raggiunto sul pacchetto di riforme del Patto Asilo e Migrazione. Un accordo che è riuscito a peggiorare una situazione già drammatica, rendendosi un pericoloso precedente per la difesa della democrazia e dei valori di cui l’UE si fa portatrice. Le poche proposte che riguardano l’aumento delle vie legali, sembrano poco più che mere dichiarazioni o scatole vuote.
Al posto di investire in canali sicuri, sia per far fronte ad emergenze umanitarie, che per assicurare una mobilità sostenibile ed equa, l’accordo legalizzerà le violente prassi di confinamento già in essere, aumentando la detenzione di massa e gli hotspot ai confini dei paesi frontalieri, e investendo sempre di più in accordi con i paesi di origine e transito dei migranti per evitare le partenze e contenere la migrazione.
Il protocollo firmato oggi riguarderà persone costrette a fuggire dai loro paesi a causa di guerre e violenze che si trovano temporaneamente in Libia. Tra loro, bambini, donne vittime di tratta, persone sopravvissute alla violenza e alla tortura e persone in gravi condizioni di salute.
Delle 1.500 persone che arriveranno 600 saranno trasferite in strutture del Sistema accoglienza integrazione (Sai), a carico del Ministero dell’Interno, mentre 900 saranno accolte dalle associazioni secondo il modello dei corridoi umanitari e distribuite in tutto il territorio nazionale: 400 dalla Comunità di Sant’Egidio, 300 dall’Arci – grazie al supporto dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai – e 200 dalla Federazione delle Chiese Evangeliche.
Il protocollo di oggi è quindi una buona notizia.
La nostra rete dei circoli rifugio è pronta ad accogliere, per almeno 6 mesi, 300 persone provenienti dalla Libia. Siamo altresì pronti ad aumentare la nostra quota per i corridoi umanitari dedicati alle persone afghane, augurandoci di arrivare il prima possibile alla firma del nuovo addendum.
Abbiamo fretta, non possiamo aspettare. La situazione delle persone afghane fuggite in Pakistan e in Iran è drammaticamente peggiorata. Tutte quelle con visto scaduto rischiano l’arresto e il rimpatrio in Afghanistan.
Quanti più ampi saranno i canali d’accesso legali, corridoi umanitari, evacuazioni, reinsediamento e visti umanitari, oltre che visti per lavoro, tanto più basso sarà il numero dei morti e dei guadagni da traffici illeciti.