L’Italia come l’Ungheria di Orbán: secondo il rating di Civicus Monitor nel nostro Paese sono a rischio le libertà democratiche

Tra i motivi del declassamento: approvazione del Decreto Sicurezza e caso Paragon

L’Italia è stata ufficialmente declassata a Paese con “spazio civico ostruito” nel nuovo rapporto annuale del Civicus Monitor. Una valutazione che conferma il deterioramento strutturale delle libertà democratiche e colloca il nostro Paese tra quelli in cui lo spazio civico è sottoposto a restrizioni significative, allo stesso livello dell’Ungheria guidata da Viktor Orbán.

Il Civicus Monitor utilizza una metodologia basata su dati e analisi provenienti da organizzazioni della società civile, osservatori dei diritti umani, piattaforme di monitoraggio indipendenti e analisi giuridiche. Il rating “ostruito” indica che le libertà di espressione, manifestazione e associazione sono soggette a violazioni ricorrenti, intimidazioni, limitazioni arbitrarie e uso distorto degli strumenti normativi.

Mentre cresce l’impegno della società civile nella tutela dei diritti fondamentali, i decisori politici italiani chiudono progressivamente gli spazi di dialogo democratico, mostrando disinteresse per il confronto e una crescente propensione a silenziare le voci critiche. Il deterioramento dello spazio civico in Italia è stato accelerato dall’approvazione del Decreto Sicurezza, che introduce pene più severe e strumenti repressivi nei confronti del dissenso pacifico e, in generale, dell’esercizio della libertà di riunione e associazione, in violazione dei principi di legalità, uguaglianza e non discriminazione.

A questo si aggiunge l’impiego dello spyware Graphite, prodotto da Paragon Solutions, utilizzato per attività di sorveglianza illegale nei confronti di giornalisti e attivisti: un fatto che dimostra una crescente compromissione del diritto alla critica e alla libera informazione.

Il quadro complessivo evidenzia una tendenza alla criminalizzazione della protesta, che colpisce principalmente l’attivismo climatico e ambientale, le ONG impegnate nel soccorso in mare delle persone migranti e i movimenti in difesa del popolo palestinese. Parallelamente, sono sempre più frequenti attacchi alla libertà di stampa e all’autonomia della magistratura: i giornalisti subiscono azioni temerarie e processi per il loro lavoro, mentre esponenti del governo alimentano vere e proprie campagne diffamatorie contro i giudici, accusandoli di parzialità politica e collusione con le organizzazioni non governative.

Non si tratta di un caso isolato: anche Francia e Germania sono state declassate, segnale di un arretramento generalizzato dello spazio civico in Europa. L’intensificarsi del clima di guerra e la crescente militarizzazione delle politiche pubbliche stanno restringendo sempre più gli spazi democratici, escludendo i cittadini dai processi decisionali. In questo contesto, la sicurezza viene spesso utilizzata come pretesto per limitare libertà e diritti fondamentali, alimentando dinamiche repressive.

Rivolgiamo un appello a tutte le forze politiche affinché fermino questa deriva autoritaria e riaffermino il ruolo centrale del dissenso e della libertà di stampa nella tutela della democrazia, come previsto dalla Costituzione. La difesa dello spazio civico è condizione essenziale per garantire pluralismo, giustizia sociale e tutela dei diritti umani.

Il 19 dicembre alle 11:30, alla Camera dei Deputati, verranno presentati in conferenza stampa i risultati del monitoraggio e le iniziative adottate dalla Rete In Difesa Di e dalle organizzazioni della società civile per la tutela dello spazio civico.